Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Tripoli e i socialisti ti buoni ad impedire l'inizio dell'impresa, essi darebbero prova di eccessiva scempiaggine credendo di poterla da ora in poi a loro capriccio terminare, è innegabile che, al punto a cui sono giunte le cose, una fine non vittoriosa di questa guerra sarebbe per l'Italia - e quando diciamo Italia diciamo gli italiani tutti, i lavoratori in p~ima linea - sarebbe diciamo, uno spavente- vole disastro. ! i · i I Quale che sia la nostra opinione sulla utilità materiale che il nostro paese ricaverà da questa impresa, una cosa appare oramai sicura a chiun– que giudichi serenamente i fatti che si sviluppano intorno a noi: da que– sta guerra l'Italia, già c'he_c'è dentro, deve studiarsi di ricavare tutti i van– taggi possibili: e uno di questi vantaggi dev'essere costituito, ed è stato costituito finora per nostra fortuna, dalle prove di bravura fisica, di discreta organizzazione militare, di buona disciplina nazionale, che dà il nostro po– polo. E questo vantaggio dobbiamo sfruttarlo con tanta maggiore pertina– cia ed abilità, quanto meno vantaggi possiamo aspettarci in altri campi. Sissignori, noi siamo stati contrari risolutamente, prima che fosse tirato il dado, all'impresa di Tripoli; noi avremmo voluto che essa avesse trovato nel nostro paese una resistenza preventi'va insuperabile; noi siamo sempre assolutamente convinti che da essa l'Italia non ricaverà economicamente che danni immediati assai gravi e sicuri, e vantaggi assai lontani e assai problematici. Ma sianio felici che i nostri soldati laggiu, già che devono battersi, si battono meravigliosamente bene. Siamo lieti di poterci tenere sufficiente– mente soddisfatti della organizzazione dell'impresa, e speriamo che questa guerra, già che si fa, mettendo a prova le capacità della nostra gerarchia militare, serva a dare gli elementi per riformarla dov'è necessario. Siamo incantati soprattutto che il nostro paese, già che si trova nella guerra, si dimostri assai meno impressionabile, assai meno leggero, assai piu serio e piu disciplinato di quanto non sia stato nel passato. E vogliamo che il Go– verno faccia quanto è necessario, senza esclusione di nessun sacrifizio, af– finché il paese esca dall'impresa con onore. Perché ai danni materiali della impresa ripareremo col nostro lavoro: ma il danno morale di un insuccesso sarebbe terribilmente irreparabile. E chi contribuisse anche in minima par– te a render possibile un insuccesso, o meno sicuro un successo, commettereb– be il piu atroce delitto verso la patria. Diremo qualcosa di piu: se complicazioni intervengono a farci p-erdere da un lato piu che non avremo guadagnato_ dall'altro_ - e speriamo con tutto il cuore che ciò non sia! -; se il successo, che auguriamo completo, di quest'impresa non ci ubriacherà, spingendoci a pazzie irreparabili -; se finita la guerra con la Turchia il paese saprà resistere alle suggestioni di chi per interessi privati o per falsa visione della realtà vorrebbe fare di– menticare per i bisogni della nuova colonia i bisogni della madre patria; la conquista di Tripoli per quanto ingiusta dal punto di vista della mora– lità assoluta, per quanto dannosa dal semplice punto di vista dei nostri in- 501 BibliotecaGino Bianco

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