Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale 4. Le fazioni amministrative È facile comprendere quale uso debba fare della sua onnipotenza politica una classe cosI sovrabbondante e cosI ignorante, in un paese, il quale, per la sua povertà non può offrire alle professioni libere che un campo di sfruttamento assai magro. Ogni laureato, diplomato, bocciato, procura di ottenere un impiego pubblico e di assicurarsi cosI un reddito qualunque, a spese dei bilanci locali. Ma in un paese cosI misero, anche i bilanci locali hanno risorse assai limitate. I Comuni della Sicilia, per esempio, non possono spendere che 38 milioni all'anno, cioè appena lire 10,50 per abitante; mentre i Comuni della Lombardia dispongono di ben 172 milioni all'anno, cioè di lire 37,94 per abitante. Non c'è posto di scrivano municipale, medico, ispettore del dazio consumo, professore pareggiato, ragioniere, economo, segretario, guardia municipale, bidello, che non abbia due o tre spasimanti. E la ressa s'ina– sprisce di anno in anno, per effetto della emigrazione, che rialza i salari, decima i redditi_ delle terre, rovina la piccola o media borghesia improdut– tiva, la sospinge con furore sempre piu aspro a dar l'assalto ai bilanci degli enti locali. I partiti, che sono al potere, moltiplicano fìn che possono gl'impieghi, magari inutili, aggravando di tasse spesso bestialmente inique, i contadini. Ma l'impossibile non si può fare. Tutti non si possono sfamare. Ed ecco delinearsi le lotte amministrative. Quelli, che sono fuori degl'impieghi, tempestano contro i fortunati, che sono dentro. Questi si difendono senza scrupoli, come meglio possono. Alla turba dei disoccupati se ne aggiungono ogni anno dei nuovi. Alla fine il partito di opposizione, raggruppando intorno a sé tutti gli scontenti, conquista l'amministrazione comunale. 1 E allora sono dolori! I vinti, se sono impiegati straordinari - e ce n'è una fungaia in ogni comune - sono licenziati in massa e le loro spoglie vengono divise tra i nuovi proprietari. Se si tratta di impiegati stabili, sono sottoposti ad inchieste minuziose, tartassati, tormentati in tutti i modi, se è possibile destituiti. I ruoli della tassa di famiglia sono rielaborati con criteri altrettanto ingiusti quanto quelli seguiti prima, ma alla rovescia. Le forniture e gli appalti municipali cambiano asse di rota– zione. Gli amici dell'amministrazione introducono in franchigia i generi soggetti al dazio consumo. Chi vince si accomoda le ossa; per chi perde, è un disastro. Ma ben presto anche i vincitori si avvedono di non essere su un letto di rose. La distribuzione degli impieghi, dei favori, degli appalti, è causa non solo d'iniquità contro i vinti, ma anche di dissidi fra i _vincitori, che sono sempre piu numerosi dei posti e dei favori disponibili. Una prima 486 BibliotecaGino Bianco

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