Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La piccola bòrghesia intellettuale nel Mezzogiorno d'Italia 3. È nel Mezzogiorno la classe dominante Ora questa gente ha nell'Italia meridionale il monopolio dei poteri politici e amministrativi. La borghesia capitalistica, infatti, è nel Mezzogiorno poco sviluppata; il proletariato industriale è appena rudimentale; il proletariato rurale è quasi tutto escluso dal voto, perché analfabeta; i piccoli proprietari di cam– pagna sono o ~nalfabeti o, come avviene quasi ovunque in Italia, tutti rinchiusi nel loro bozzolo e indifferenti alla vita pubblica. Il grosso del corpo elettorale è dato appunto dai professionisti, dagl'impiegati e dai di– plomati e bocciati disoccupati. Negli stessi paesi di latifondo, le grandi famiglie nobili, che non sono ancora fallite - e son poche - o che non sono absenteiste - e sono pochissime - e che hanno l'ambizione del rampollo deputato, in tanto possono agire e influire nella vita pubblica, in quanto hanno intorno a sé una coorte di servi-padroni intellettuali. Dopo gl'intellettuali, come elemento numerico abbastanza importante del corpo elettorale, vengono i piccoli esercenti e gli artigiani che servono il consumo locale: bottegai, sarti, calzolai, muratori, falegnami, ecc.: indi– vidualisti per eccellenza, divisi dalla concorrenza, facilmente corruttibili con una cambialetta della Banca popolare, con una fornitura municipale, con la concessione di un suolo pubblico, col condono di una multa _o di una contravvenzione, con un foglio di cinque lire nel giorno delle elezioni. E appartati da tutti, sforniti in generale di influenza politica, occupati esclusivamente dei loro affari, e quasi sempre persone oneste e rispettabili, per quanto d'idee ultra-conservatrici, gli agricoltori della media proprietà, e quei piccoli proprietari, che sapendo leggere e scrivere non sarebbero esclusi dall'elettorato. La vera e propria classe dominante del Mezzogiorno, insomma, è in grazia dell'attuale legge elettorale, che priva del voto gli analfabeti, la piccola borghesia intellettuale. La quale solo in via subordinata è tenuta ad occuparsi degli artigiani e dei piccoli commercianti - e vi provvede coi favori amministrativi o con la compera dei voti - e può assolutamen– te trascurare in via normale, gl'interessi dei lavoratori rurali. 2 2 Dopo la riforma elettorale del 30 giugno 1912, la prevalenza numerica è passata dalla piccola borghesia intellettuale ai campagnuoli, e la vita pubblica del Mezzogiorno è entrata in una nuova fase. Ma finché le nuove condizioni non abbiano maturati i loro effetti necessari - e ci vorrà un po' di tempo - la descrizione che facevo della vita pubblica del Mezzodi nel mag– gio del 1911, prima della riforma elettorale, continuerà a corrispondere alla generalità dei casi. [N. del 1914.] 485 BibliotecaGino Bianco

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