Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Echi del nostro Congresso II Se sul movimento cooperativo serbai, come scrive il Zibordi, un silen– zio sostanziale, ciò dipese dal fatto che sulla cooperazione l'ordine del gior• no d~l congresso aveva un tema speciale, e mi parve mio dovere non intro– durre nella discussione sui criteri generali una discussione speciale. Se il Congresso avesse discusso con minore disordine e con meno chiacchiere inu– tili il primo tema, e fossimo arrivati alla cooperazione, io avrei presentato e... fatto respingere il seguente ordine del giorno, di cui già alcuni amici avevano notizia: Il Congresso: riconosce che la cooperazione di consumo - specialmente nella fase piu pro– gredita del suo sviluppo, allorché giunge a sentire la necessità di produrre diretta– mente i generi di consumo, ed elimina cosi ogni intermediario, sia commerciante, sia industriale, fra produttori e consumatori - può coordinare in sé tutte le forme di attività economica e risponde in sommo grado alla idealità unitaria ed armonica del– l'economia socialista, di cui offre un'anticipazione; perciò invita caldamente i socialisti a favorire con tutte le loro forze questo ti;Ji, di cooperazione, avendo cura che le Cooperative di consumo non abbiano mai la forma di società di speculazione a capitale divisibile e ad azioni di valore variabile, .. ia spingendole ad assumere la forma di società a capitale indivisibile, illimitato, con quote di partecipazione, il cui valore sia sempre uguale a quello della prima fonda– zione, e pel cui acquisto sieno date ai consumatori le maggiori facilitazioni possibili. Quanto alle cooperative di produzione, il Congresso riconosce che in generale questa forma di organizzazione può servire solo ad educare nell'artigianato e nella piccola proprietà l'abitudine dell'associazione e del risparmio, e qualche superiore ca– pacità tecnica ed amministrativa; mentre la resistenza coi suoi naturali sviluppi (sussid1 di disoccupazione, mutualità, ecc.) è la sola organizzazione possibile ed utile per il proletariato della grande industria; ad ogni modo, questa forma di cooperazione minaccia continuamente di di– videre la classe lavoratrice in gruppi chiusi, protezionisti, nemici l'uno dell'altro e ciascuno della intera classe lavoratrice; al quale pericolo i socialisti devono cercare rimedio, raggruppando il mag– giore e piu svariato numero possibile di Cooperative di produzione in un unico sistema economico, al cui centro vi sia una generale Cooperativa di consumo. Quanto alle cooperative di lavori pubblici, il Congresso mette in guardia i socia– listi contro il pericolo che esse nelle loro continue relazioni di affari cogli enti pubblici locali e con lo Stato abusino della loro forza dettorale per imporre patti di lavoro dannosi agl'ìnteressi della collettività, e si avvezzino ad apprezzare l'opera dei pub– blici poteri dal solo punto di vista della condotta di essi verso le organizzazioni locali, perdendo di vista l'indirizzo della politica generale e i bisogni della intera classe lavoratrice; ad ogni modo, le Cooperative di lavori pubblici, quando assumono imprese fuori della loro sede abituale, facendo ricorso alla mano d'opera locale, hanno il do– vere di pagare i lavoratori locali con gli stessi salari degli operai associati e di farli partecipare agli utili della impresa in proporzione del lavoro di ciascuno; quando, poi, assumono lavori fuori della loro sede abituale in forza di speciali contratti e con speciali facilitazioni concesse dallo Stato, hanno il _preciso dovere di associarsi tutta la mano d'opera locale disponibile e adatta con le condizioni stabilite dal precedente capoverso. A tutte le Cooperative amministrate da socialisti, il Congresso fa obbligo di pre- 31 457 BibliotecaGino Bianco

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