Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

I tumulti di Molfetta il corpo sanitario locale, si poteva mettere una squadra della Croce Rossa. Beninteso che si doveva restare ufficiosamente intesi che il medico coman– dante quella squadra avrebbe consigliato e diretto il funzionario ammini– strativo nella parte tecnica del suo ufficio, rimanendo personalmente estra– neo agli attriti amministrativi inevitabili e limitandosi ufficialmente alla ese– cuzione dei provvedimenti sanitari. Si commise invece il madornale errore di affidare quell'ufficio indefinito e poco simpatico proprio al capitano della Croce Rossa in persona! E si persisté nello sproposito anche dopo che la . Repubblica n. 1 aveva fatto sapere al prefetto per mezzo del suo degno deputato che di Croce Rossa non si sentiva la necessità. Cosf si ot– tenne il bel risultato di scontentare la Repubblica, di mettere la Croce Ros– sa in una posizione assurda, e di rendere inevitabile un conflitto continuo fra l'autorità comunale, che legalmente rimaneva illimitata e tale aveva in– teresse a rimanere, e il capitano della Croce Rossa che senza poteri ben defi– niti doveva· sorvegliare e dirigere l'opera dell'autorità comunale. Com'era naturale, la Croce Rossa fu accolta dal n. 1 (29 agosto) come il cane in chiesa. Il capitano esigeva che l'ispettore dello spazzamento portasse a ventidue i tredici carri per la raccolta dei rifiuti, c·ome gliene fa obbligo il capitolato d'appalto: e il sindaco, memore dei cento voti, nicchiava. Il capitano face– va elevare càntravvenzioni dalle squadre messe ai suoi ordini: e il sindaco a condonare le contravvenzioni. Passava un carro di acqua di calce ad al– lagare e disinfettare la strada per ordine della Croce Rossa? Cinque minuti dopo una donnicciola veniva fuori di casa con un vaso da notte pieno di ogni ben di Dio a versarlo sull'acqua di calce, sotto gli occhi di una guardia municipale, che eseguiva puntualmente la consegna di russare. Fu un mese continuo di attriti, di contrordini, di conflitti, di attribu– zioni, in cui la Croce Rossa si trovò a poco a poco esposta all'ostilità siste– matica della Repubblica n. 1, e per conseguenza circondata dalle simpatie e dall'entusiasmo sistematico della Repubblica n. 2. Intanto il colera faceva la sua strada. E dalla mezzanotte del 20 alla mezzanotte del 21 settembre, si avevano ben dodici casi. In prefettura cominciarono solo ora a capire che occorreva uscire dal– l'equivoco; e... ci rimasero. Cioè la sera del 21 settembre l'ispettore generale comm. Ravicini comunicò al capitano Fiore la sua nomina a commissario prefettizio, e un maggiore dei carabinieri ne dette annunzio ufficiale alle squadre di vigilanza chiamate a rapporto, con grande gioia del .n. 1 e con costernazione del n. 2. Il giorno dopo il Corriere delle Puglie dette la notizia che il prefetto aveva nominato commissario prefettizio, non il capitano Fiore, ma il me– dico provinciale Masi. Gioia del n. 1 e costernazione del n. 2. La sera stessa si sa che Masi è commissario, ma non risiederà a Mol– fetta, e le sue funzioni saranno esercitate dal capitano della Croce Rossa. Gioia del n. 2 e costernazione del n. 1. 443 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=