Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale tiva alle organizzazioni. - C'è la frazione dei "politici," ai quali si deve quel poco che il Gruppo parlamentare ha fatto per la riforma el~ttorale, e fra essi qualcuno non rilutterebbe dal lanciarsi .in una campagna a fondo per il suffragio universale, rompendo ogni intesa con gli altri gruppi della Camera e riconducendo per alcuni anni il partito a un'opera di propaganda nel paese e di opposizione risoluta parlamentare. Ma i piu non hanno fede che le moltitudini possano interessarsi a una grande campagna per la rifor– ma elettorale, sentono la indifferenza e la ostilità della maggioranza dei lo– ro colleghi contro una iniziativa di quel genere; hanno presa, purtroppo l'abitudine di scambiare la vita parlamentare con la vita politica del pae– se: pensano che una lotta anticlericale sia il mezzo piu adatto a rialzare il tono depresso della nostra vita pubblica; su una base anticle– ricale sarebbe possibile il blocco non solo dei deputati di Estrema ma an– che del grosso nucleo, che rimarrà della maggioranza giolittiana, dopo che ne sieno stati "sbloccati" i clericali: e spingono il partito per questa strada; ma neanche in questo si possono impegnare a fondo, perché né il paese è pronto per una grande lotta anticlericale, né gli "economici" la sentono, né i loro probabili alleati democratici e giolittiani vogliono fare molto sul serio. - E cosf i "politici, 11 pur procedendo secondo loro speciali crited, che son secondo me errati, ma sono disinteressati, e ad ogni modo hanno poco da vedere con l'anticlericalismo massonico, finiscono col rafforzare con tutto il peso del loro disinteresse e della loro autorità proprio l'azione di quella frazione "anticlericale-massonica" che è riescita a irreggimentare buo– na parte della piccola-borghesia del partito; e non osa, almeno, in periodo elettorale, neanche parlar di divorzio,; e riduce tutti i suoi desider1 alla precedenza del matrimonio civile e all'abolizione delle due ore di noioso e balordo insegnamento religioso; e non vuol saperne di suffragio universale, perché "farebbe jl giuoco dei clericali" e soprattutto perché non piace né alla maggioranza delinquente giolittiana, né al suo capo, di cui gli anticle– ricali sperano fare il Waldeck-Rousseau 16 italiano; e non cercano nell'anti– clericalismo se non il pretesto plausibile per giustificare il ministerialismo di ieri, di oggi e di domani. [Da "Avanti!," 24 e 28 gmgno e 10 luglio 1910.] Non crediamo che questo lunghissimo articolo abbia bisogno di molte confuta– zioni. Per chi ricordi la natura dell'attacco che il Salvemini ha fatto al movimento proletario e specialmente cooperativo del Nord d'Italia, può bastare questa sola con– siderazione. L'attacco mirava a far credere che l'atteggiamento politico della rappresentanza socialista fosse ispirato alla preoccupazione di ottenere speciali privilegi - anzi privi– legi camorristici - per quelle oligarchie operaie che avrebbero, in certo modo, com- 16 Pierre Waldeck-Rousseau fu presidente del consiglio in Francia al tempo . della. c_risi Dreyfus, alla testa di un ministero di "difesa repubblicana," del quale faceva parte 11 sociahsta Millerand. Fu l'iniziatore di una legislazione anticlericale, continuata poi da Louis Combes. [N.d.C. J 384 BibliotecaGino Bianco

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