Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Cooperative di lavoro e movimento socialista piuto verso i deputati socialisti la stessa funzione illecita che i grandi elettori esercitano verso i loro rappresentanti politici. A prova di questo Salvemini spulcia nell'Avanti! alcuni brani che dimostrano come i contatti personali (si badi bene alla differenza) fra taluni deputati socialisti e i ministri, per certe richieste non .illecite del movimento operaio, abbiano impedito quegli attacchi aspri e personali all'Imbriani, a cui guarda con certa nostalgia una parte - e certo non la piu evoluta - del ·popolo nostro. E Bissolati, citato dal Salvemini, rimproverava appunto a quella parte di popolo di non capire che quando si chieggono certi non convenienti contatti non si ha il diritto di chiedere poi i gesti gladiatori e le urlate fragorose. La qual cosa dimostra: primo: che gli stessi deputati socialisti rimproverano alle... famose oligarchie accomodanti la con– traddizione fra le loro due opposte pretese; secondo: che il Salvemini, se è un uomo industriosissimo a cercare le fonti, non è altrettanto un buon critico nell'esame di quel che conviene alla sua tesi, cosi da scambiare la prova di "contatti personali" con la prova di una specie di contratto fra il ministerialismo dei deputati e i privilegi ca– morristici delle cooperative. Senonché Salvemini per sorreggere la sua tesi zoppicante leva fuori il grido di dolore del Mezzogiorno d'Italia che non "ha saputo fare a pezzi gli agenti che erano gli strumenti delle infamie giolittiane." Ed ha quasi l'aria di dire: "Voi, che pure avete accolto il grido di dolore dei braccianti emiliani e avete ottenuto per loro delle opere pubbliche, perché non avete accolto anche l'invocazione del Mezzogiorno e non ne avete compiuta la vendetta?" La risposta sarebbe lunga e complessa. Qui. basta accennare a questo: 1) non crediamo che si debba vendicare il Mezzogiorno dicendo male parole a1 ministri, cioè a quella specie di feticci responsabili di ogni malanno; 2) la redenzione del Mezzogiorno non può essere opera di nessun rimedio tau– maturgico, capace di mutare di colpo un'economia e una storia che resistono all'opera lenta del tempo. Per quel che riflette l'opera dei socialisti, il rimedio sovrano è nella educazione e nell'organizzazione dei lavoratori che può assecondare e agevolare la già iniziata trasformazione economica e intellettuale del Sud. E giacché siamo a questo punto giova rettificare un errore di fatto in cui cade il Salvemini. Egli afferma che le cooperative emiliane volevano andare nel Sud a rubare il pane di bocca a quei poveri meridionali che emigrano per mancanza· di lavoro. Niente di piu inesatto. Le cooperative emiliane avrebbero formato i quadri del nuovo esercito proletario, assumendo mano d'opera indigena, la quale, a contatto di operai politica– mente piu evoluti, avrebbe potuto camminare in avanti piu rapida e piu spedita, e avrebbe potuto essere - una volta conquistato il diritto di voto - una forza di pro– gresso e non piu una riserva della reazione. Ma è impossibile persuadere il Salvemini che le sue fobie vers9 il movimento ope– raio nordico sono erronee ed ingiuste. Forse è destino che le gelosie e gli errori che si sono portati nella valutazione dei rapporti fra la borghesia del Sud e quella del Nord si ripetano un'altra volta nel campo proletario. Qui il tema si allarga talmente che ci consiglia a riprenderlo un altro giorno. Brevi note, per ora, a questo primo articolo del Salvemini. Perché giova alla pro– ficuità della discussione analizzare subito quanto fondamento abbiano le premesse che son poste dal Salvemini. per trarne le sue ulteriori illazioni. I deputati socialisti vengono - egli dice - in massima parte dal Nord dove è in fiore la cooperazione. Sono dunque le organizzazioni cooperative che eleggono il deputato, il quale, costretto a servire gruppi circoscritti di lavoratori, subordina agli interessi di costoro gli interessi generali del proletariato. Nel fatto ciò non è vero. Non è vero cioè che i deputati socialisti del Nord siano eletti principalmente in virtu delle organizzazioni cooperative. E c;iò per due semplici ragioni: I) perché lo sviluppo delle cooperative (che del resto in piu di un collegio so– cialista del Nord è pur troppo ancora in proporzioni embrionali) non è che una delle 385 BibliotecaGino Bianco

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