Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Suffragio universale, questione meridionale e riformismo abbrutiti di tutta Italia - un contadino meridionale economizza in Ame~ rica in media un paio di migliaia di lire all'anno all'incirca. Non vi ha piccolo comune del Mezzodf che non abbia nella Cassa postale di rispar– mio centinaia di migliaia di lire di depositi appartenenti ad "americani." Il comune di Ferruzzano, che fu distrutto dall'ultimo terremoto, aveva 800.000 lire di depositi postali. Al mio paese, dove quindici anni fa non si trovava da prendere denaro a prestito a meno del 20% e piu, oggi chi vuole dare denaro a prestito deve contentarsi del 5 e del 4%, se pure trova da fare affari. I contadini meridionali non sono piu i miserabili di una volta. Ogni giorno piu miserabile, invece, diventa la piccola borghesia pa– rassita ed oziosa, che scrive sui giornali, e piange sulle miserie proprie, credendole in buona fede miserie di tutta l'Italia meridionale. Queste nuove forze economiche, però, si trovano inceppate da tutte le parti dall'attuale organizzazione amministrativa e politica dell'Italia. Il contadino, dopo aver pagato i debiti, dopo essersi costruita una casetta, cer– ca di possedere della terra. E compra, a prezzi favolosi, piccoli pezzi di terra dai latifondisti che se ne stanno tranquilli ad aspettare la preda. Ma privi di istruzione tecnica, abbandonati in paesi senza viabilità, esclusi pel nostro sistema doganale dai grandi mercati, soffocati dal sistema· tributario, non tanto grave per i pesi assoluti che impone quanto rovinoso per la ini– qua distribuzione di questi pesi, il nuovo piccolo proprietario, dopo alcuni anni, non può piu sopportare il peso della proprietà: ricomincia a indebi– tarsi, si rovina, rivende al latifondista per il decimo del prezzo d'acquisto la terra ormai coltivata; ritorna in America a lavorare, e ricomincia da capo. Il nostro sistema legale, insomma, è tale che tutti i risparmi che i con– tadini fanno in America vanno tutti a finire nelle tasche dei grandi proprie– tari; che vendono le terre incolte a prezzi altissimi, e le riprendono a prez– zi bassissimi, dopo pochi anni, coltivate, guadagnando le differenze fra i due prezzi e fra la rendita antica e la nuova. È evidente che, per mettere un freno a questa ingiustizia, occorre che lo Stato modifichi i sistemi tributari e doganali, organizzi la istruzione tecni– ca, curi intensamente la viabilità, il rimboschimento, il riordinamento delle linee fluviali, e cosi di séguito. E nei nuovi alvei cosi costituiti proromperà ben presto la forza operosa della nostra gente; e, rinnovando i paesi nostri, porterà un nuovo prezioso contributo alla grandezza di tutta l'Italia. Ma lo Stato è formato da coloro che eleggono i deputati. Lo Stato è formato dai piccoli borghesi cacciatori d'impieghi e d'appalti, ai quali non importa nul– la fuori del loro impiego e del loro appalto; lo ;Stato è fatto dai latifondisti e dagli avvocati dei latifondisti, i quali hanno interesse a lasciare le cose come sono! E quelli, che hanno interesse a mutarle, proprio quelli sono esclusi dallo Stato! Date, invece, a questa massa il diritto elettorale. Il mondo certo non muterà da un momento all'altro: saremmo sciocchi e sleali se vi nascondes– simo che occorrerà il periodo di una intera generazione, prima che il rin- 341 BibliotecaGino Bianco

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