Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale cessarie a tutti, per la conquista di leggi sociali, utili alla sola minoranza. Con questa tattica, si perde il contatto con la maggioranza, e ci si ritrova deboli e incapaci a conquistare le stesse lotte sociali utili alla minoranza. Né lavorando alla conquista di riforme politiche (tributarie, doganali, sco– lastiche, ecc.), il proletariato delle regioni piu progredite finirebbe di "vive– re e di progredire": perché queste riforme sono indispensabili a tutte le classi produttrici, compreso il proletariato piu evoluto. Del resto è strano che Turati da una parte, sfidando i vituperi dei rivoluzionari, proclami la necessità della cooperazione di classe fra il pro– letariato e le frazioni piu evolute della borghesia negli affari d'interesse comune; e dall'altra non veda che gli affari d'interesse comune fra prole– tariato e borghesia sono oggi in Italia, non le riforme sociali, ma le riforme politiche; e che perciò occorre concentrar su queste la collaborazione. C'è di piu: mentre le riforme politiche rappresentano un'ottima piat– taforma d'accordo fra proletariato e borghesia industriale moderna contr0 la reazione clerico-fondiaria-feudale, le riforme sociali dannose alla borghe– sia industriale non potrebbero essere ottenute oggi che dalla cooperazione del proletariato con la reazione clerico-fondiaria-feudale, la quale sarebbe ben lieta di mollare la borghesia industriale per salvare i propri privilegi. Bel gusto in verità ad essere riformisti e cooperatori con tal razza di gente! Se vi è una speranza - continua Turati - di vedere la politica generale mutare indirizzo in Italia e modernizzarsi, ciò sarà soprattutto per effetto della pressione mi– surata, ma assidua, che il proletariato industriale farà sul capitalismo industriale della penisola, che è già una poderosa forza politica, sforzandolo, con le proprie crescenti esigenze, a intensificare la produzione, a sgravare i consumi, a recidere nelle spese superflue dei comuni e dello stato. Quegli intenti di riforma finanziaria, politica e mo– rale, che il proletariato industriale non saprebbe - perché non lo toccano direttamente - direttamente imporre e conseguire, esso l'imporrà e conseguirà, costringendo a vo– lerli, nel proprio immediato interesse, la borghesia. E avrà fatto un viaggio e due servizi: conquistando per sé, avrà conquistato per tutti. Osserviamo: le riforme politiche, se interessano direttamente la bor– ghesia industriale, non per questo toccano indirettamente, come scrive Tu– rati, il proletariato: entrambe le classi vi sono direttamente interessate, e da questa convergenza nasce la possibilità della loro collaborazione. Secondo Turati, la via per raggiungere le riforme politiche sarebbe questa: il pro– letariato industriale si spinge contro la borghesia industriale e le strappa le riforme sociali; e la borghesia industriale, sospinta dal proletariato, strap– pa le riforme politiche alle classi reazionarie e feudali: una specie di scarica-barile. Non sembra a lui via molto piu sicura e piu spedita, che il proletariato piu evoluto non concentri per ora tutte le sue forze sulla legi– slazione sociale; non divida cosf la sua azione da quella del proletariato meno evoluto e della borghesia industriale, e collabori oggi, insieme col proletariato meno evoluto e con la borghesia industriale, alla conquista delle riforme poli tiche ? 318 BibliotecaGino Bianco

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