Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale diventare autonomi moralmente prima di chiedere l'autonomia legale, nello unirci non sotto un solo Comune maggiore, ma con tutti i Comuni deside– rosi di libertà in piena eguaglianza di diritti e di doveri. Finalmente, dopo diciannove mesi di gravidanza, il congresso nacque, ma in quali miserabili condizioni! La notizia, che il congresso si sarebbe tenuto, fu comunicata al pubblico sugli ultimi di settembre, e la convoca– zione era stabilita pel 17 ottobre: quanta fretta, non è vero? Probabilmente si volle fare un viaggio e due servigi: guadagnare in quindici giorni il tempo perduto in due mesi, e non dar modo ai volenterosi di prepararsi alle discussioni con un'intesa preventiva. Il congresso non è convocato a Mi– lano, dove la stampa può con poca spesa e fatica darne larghissima notizia al paese, ma a Parma, dove pochi giornalisti avranno agio di andare: il silenzio è d'oro. Finalmente il progetto di statuto della nuova organizzazio– ne è comunicato a pochissimi giornali sono negli ultimi giorni di settembre e si procura di farlo pubblicare senza commenti fra la cronaca degli anne– gati e quella dei teatri: in questo modo tutti quelli, che non sono addentro alla segrete cose, andranno a Parma - se pure faranno a tempo ad andarvi - con gli occhi bendati a mosca cieca. Il progetto di statuto, poi, contiene quanto piu di "ribellione sommes– sa" i poltroni avrebbero potuto desiderare. L'art. 1 dice come qualmente - tempo permettendo - vi sarà in Italia un'associazione o - se può servire a tranquillizzar la gente pacifica - una confraternita di Comuni. La con– fraternita avrà lo scopo "di vigilare e tutelare piu efficacemente, col mezzo di una completa organizzazione, gl'interessi, i diritti e l'autonomia dei Co– muni, ove sieno menomati dalle leggi vigenti o possano esserlo da· disegni di legge, e di occuparsi di qualunque altro oggetto che interessi la gene– rosità dei Comuni." Dunque niente conquista di nuovi diritti, ma difesa dell'autonomia (che non c'è) nel caso che sia menomata dalle leggi vigenti (?? ?) o da disegni di legge futuri; l'agitazione per far modificare le leggi vigenti è messa da parte; si dice solo che la confraternita si occuperà di qualunque altro oggetto. Si vede che in questi diciannove mesi di gravi– danza anche la ribellione sommessa dell'ordine del giorno del 7 marzo 1900 è apparsa troppo poco sommessa: l'opera dello spegnimento continua. Quell'articolo, come ha osservato il professor Laghi in un'intervista pub– blicata dall'Avanti! (9 ottobre), è la traduzione dello Statuto di una simile associazione inglese. Ma in Inghilterra l'autonomia comunale esiste dav– vero, i Comuni sono delle vere repubbliche autonome, quell'animale, che si chiama prefetto, è sconosciuto; là quindi si tratta di difendere quel che c'è. In Italia si tratta di conquistare quel che non c'è. Possibile che i com– pilatori del progetto non abbiano capito che l'Italia non è l'Inghilterra, e che lo scambietto fra i due paesi significava né piu né meno che distrug– gere lo stesso ordine del giorno del 7 marzo? L'organizzazione della confraternita è la solita: la solita assemblea an- 232 BibliotecaGino Bianco

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