Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale d'affari amministrabili da Commissioni locali, chiamando i proprietari di case a eleggere la Commissione per l'imposta dei fabbricati; i commercianti per la Commissione dell'imposta di ricchezza mobile; i padri di famiglia per la Commissione delle scuole elementari, e cosf di séguito. Non importa far tutto a perfezione; quel che importa è far presto, nel primo mese dopo le elezioni, quando i cittadini sono pieni di speranza e di buona volontà, e non domandan di meglio che esser chiamati a far qualcosa. Gittate le basi, il resto verrà da sé e gl'inconvenienti si correggeranno di mano in mano. L'importante è che si determini subito una divisione di lavoro fra il maggior numero possibile di organi e che l'amministrazione sia avvicinata piu che sia possibile agli amministrati: il controllo lo faranno gli ammini– strati stessi sui loro eletti, quando sia ad essi dato il diritto di provocare il referendum. "Bravo! fa presto lei a dire: fate di qua, dividete di là, chiamate questi, eleggete quegli altri. O non sa lei che la legge provinciale e comunale dice per fìlo e per segno in che modo i Comuni devono essere amministrati, in che modo i bilanci devono essere compilati, in che modo gl'impiegati de– von tenere la penna in mano, in che modo il sindaco si deve soffiare il naso? Al primo tentativo di riorganizzazione interverrà il prefetto ad annullare ogni deliberazione e a sciogliere il Consiglio. E se qualcuno interpellerà il Ministero, il Ministero dirà che il Comune di Napoli era fuori della legge, e la stessa Estrema Sinistra - che è legalitaria - darà ragione al Ministero. E, se qualche testa calda dirà che la legge è assurda; che la legge è stata fatta da persone incompetenti, che è ridicolo veder deputati di To– rino votare una legge interessante Napoli, che i napoletani hanno il diritto di fare in casa loro a modo loro, che gli Italiani negli affari di Napoli non hanno un corno di diritto di entrare, che, quando i napoletani han contri– buito alle spese generali della nazione con la loro quota in proporzione delle loro ricchezze e han dato i loro uomini per la difesa del suolo nazio– nale, nel resto debbono esser padronissimi di fare a modo loro; se qualche testa calda si arrischiasse a dir di queste cose, allora sf che i napoletani sarebbero conciati per le feste. I democratici e repubblicani, istupiditi da sessant'anni di idiota unitarismo mazziniano, strillerebbero che i napole– tani vogliono distruggere l'unità d'Italia; i conservatori - gente furba, che manderebbe all'inferno l'unità se potessero guadagnarci qualcosa, - com– prendendo che, nel rendere i Comuni perfettamente autonomi dal Governo centrale, si toglierebbe al partito dominante ogni mezzo per tener asservito ·il paese e si darebbe la politica generale dello Stato in balfa delle grandi masse popolari, si unirebbero ai monotoni della democrazia e alle anitre del mazzinianismo per fulminare i napoletani. E alla povera Napoli, il meno che toccherebbe, sarebbe il regalo di una decina d'anni di stato di assedio." "Ebbene, allora facciamo nel paese propaganda contro l'unità ammini– strativa, apriamo gli occhi alle masse, faccian:io comprendere a tutti che la 220 BibliotecaGino Bianco

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