Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale crazia, sperando di trovare in essa chi rappresenti i loro bisogni, il loro malcontento, le loro impazienze. Ebbene, approfittiamo di questa condi– zione di cose, a queste masse attraversate da un malcontento ~ncora inde– terminato diamo la coscienza esatta non solo dei loro mali, ma anche delle cause di questi mali, distinguendo la causa capitalistica dalla causa stretta– mente politica; non sperperiamo le nostre forze per galvanizzare il cada– vere della Sinistra; selezioniamo, per via di alleanze caute e condizionate, i partiti popolari; prepariamo cosf gli elementi rigeneratori del paese. Da cosa nasce cosa. Questo lavoro di educazione politica, mentre non c'impe– dirà di curare l'agitazione legale giornaliera, ci permetterà di preparare seriamente il futuro. E se un giorno le masse, cosf istruite, tenteranno di guarire i loro mali tentando rimedi ignoti al ricettario legalitario, allora - chi sa? - forse troveremo che in un paese come il nostro la funzione del partito socialista non è precisamente quella di andar a predicar la calma a Ponte Seveso per buscarsi fucilate e anni di galera. Ricordiamoci che la rivoluzione francese fu preceduta da circa venti insurrezioni di conta– dini affamati; nel 1789 a capo dei contadi'ni affamati si misero i discepoli di Rousseau; le due correnti fino allora divergenti dell'azione e del pen– siero (rivoluzionarismo verbale) si unirono finalmente; e quella, che altri– menti non sarebbe stata che una sommossa sanguinosa e sterile, fu invece la grande rivoluzione. [Da "Critica Sociale," 16 febbraio 1900, firmato: UN TRAVET.J Per la riforma del Programma minimo L'attuale nostro Programma m1mmo ha il difetto di voler enumerare tutte le riforme, che un partito come il nostro potrebbe domandare. Volendo non trascurarne nessuna, né fra le principali, né fra le secon– darie, ed essendo d'altra parte impossibile fare la lista completa di tutte le riforme concrete e speciali, che noi abbiamo il diritto di desiderare, siamo obbligati a prendere per Programma minimo una serie discretamente lunga di affermazioni generalissime e astrattissime, le quali non suscitano nella mente alcuna idea concreta. A parte il fatto che è impossibile enumerare tutte le riforme possibili e immaginabili, bisogna osservare che questo lavoro, per i bisogni pratici nostri, è inutile. Mentre è bene ed è altamente raccomandabile che i nostri J48 BibliotecaGino Bianco

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