Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Per le prossime elezioni amministrative discutere i nomi non bisogna lasciarsi guidare da sentimenti di oppor– tunismo. Spesso nel fare le liste dei candidati si scelgono non le persone piu risolute e piu decise, ma quelle che hanno maggiore "influenza, 11 che sono piu "simpatiche, 11 che hanno piu "larga base. 11 Ora, in quest'abitudine c'è un grande pericolo. Che cosa vuol dire essere simpatico, aver larga base? Se vuol dire essere amico di tutti, del monarchico come del repubblicano, del clericale come del socialista, noi di simili persone simpatiche non abbiamo bisogno. Persona simpatica è per noi chiunque lotta onestamente e sinceramente per le sue idee; i nomi dei candidati debbono essere simpatici nei partiti che li portano, e non è ne– cessario che sieno simpatici anche ai nemici. Le persone "influenti 17 ser– vono solo ad accumular voti di simpatia e di amicizie personali, che sono · non solo inutili, ma dannosi. A noi della vittoria non deve importar nulla; valgono piu per l'educa– zione politica delle masse le sconfitte onorate che le vittorie equivoche. La discussione dei nomi deve andare strettamente unita con la discus– sione dei programmi. E a questo proposito bisogna evitare un altro pe– ricolo. Noi abbiamo la testa piena di refezione scolastica, di municipaliz– zazione dei servizi pubblici e di altre formole astratte; e i cosiddetti de– mocratici e gli pseudo-repubblicani spesso riescono ad uccellarci adottando una qualunque di queste formole. Bisogna nella discussione del program– ma rifuggire dalle astrazioni e dalle· generalità. Per esempio, invece di dire riforma tributa:ia, bisogna dire abolizione del dazio consumo sulla farina (non in generale sui generi di prima necessità) e tassa progressiva con esen– zione delle quote inferiori - per esempio - a 1800 lire (non in generale con esenzione delle quote minime). Non si deve dire in generale: econo– mie; ma bisogna dire economie in quelle determinate spese, evitando anche qui di dire in generale: spese di lusso. Non è vero che non si possano stabilire con precisione le riforme prima di andare al potere; studiando un bilancio comunale e conoscendo le condizioni locali, qualunque persona mediocremente colta e di buon senso può vedere quello che è necessario. Del resto, le commissioni elettorali non sono composte d'imbecillì; sono persone già occupatesi della vita pubblica. E, se rifuggono dal par– lar chiaro, vuol dire che gatta ci cova. Quando un socialista o un repub– blicano o un democratico non si arrischia a dire esplicitamente: tassa progressiva, abolizione della dote teatrale, sorveglianza sugli impiegati co– munali, ma cerca delle parole generali e indeterminate come: riforma dei tributi in senso favorevole ai meno abbienti, saggia ed economica ammini– strazione, coscienziosa tutela dei servizi pubblici, vuol dire che all'atto pra– tico non avrà il coraggio di mettere il ferro nella piaga e cercherà delle scappatoie attraverso le larghe maglie delle sue dichiarazioni generali e astratte. Dunque patti chiari,. chiarissimi, determinati, determinatissimi e amicizia lunga. 131 BibliotecaGino Bianco

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