Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

La questione meridionale politica internazionale volgevano a danno dei loro padroni, si sono sem– pre affrettati ad abbandonare al loro destino ,i padroni vecchi e a buttarsi con entusiasmo dalla parte dei padroni nuovi. Naturalmente i padroni nuo– vi, venendo per la prima volta in un paese sconosciuto, senza tradizioni, senza aderenze, desiderosi di mettervi al piu presto radice, hanno sempre accolto a braccia aperte l'appoggio e i servizi dei grandi proprietari; e del– l'alleanza fra i principi nuovi e i proprietari antichi han fatto sempre le spese i contadini. Nel 1860, quando fu fatta l'Italia una, le cose andarono per i grandi proprietari non diversamente dal solito. Servirono la dinastia borbonica e ne popolarono la corte finché le arrise la fortuna; ma quando, morto Ferdi– nando II, vittoriosa la rivoluzione nel settentrione e nel centro d'Italia, ar– rivato Garibaldi trionfalmente alle porte di Napoli, Francesco II dové im– barcarsi per Gaeta, nessuno degli antichi servitori, nessuno degli antichi parassiti accompagnò il principe fuggente; erano tutti in quel momento occupati a prepararsi le nuove livree. In un attimo diventarono tutti libe– rali e sabaudisti; e furon nominati senatori, consiglieri di Stato, entrarono con le loro mogli nelle Case civili e militari dei nuovi regnanti, si fecero eleggere deputati, si adattarono, insomma, al nuovo ambiente; e cosf quella, che gl'ingenui credettero rivoluzione, non fu se non una corbellatura. Da tutte le osservazioni, che abbiamo finora fatte, si può ricavare con certezza quasi matematica la linea di condotta, che questa classe terrà in avvenire. Dati i loro interessi e le loro tradizioni politiche, i grandi pro– prietari fondiari si opporranno sempre, con tutte le forze, a qualsiasi tenta– tivo di riforma: finché avranno nello Stato la influenza, che hanno ora, essi si serviranno di questa influenza per difendersi e manderanno a vuoto qualsiasi attacco. Se lo Stato dovesse passare in mano di altre classi e di altri partiti, essi non rifuggirebbero da nessun mezzo per riacquistare il potere perduto e lotterebbero con tutte le armi fino all'ultimo sangue. Guai a quel Governo che, dopo aver preso posizione contro di essi, credesse di poter per un momento solo riposarsi dalla lotta e transigere; sarebbe ir– rimediabilmente perduto. Il punto d'appoggio bisogna cercarlo altrove. 4. La piccola borghesia Nell'Italia meridionale non mancano gl'industriali, i grandi commer– cianti, i capitalisti nel senso moderno della parola, ma sono pochi e non costituiscono una classe. Essi son assorbiti dalla nobiltà fondiaria e si im– parentano con lei e ne assumono i costumi, le abitudini psicologiche, i sen– timenti politici .. Nelle regioni occupate dal latifondo vi è una classe di persone, che impropriamente da alcuni viene denominata borghesia; sono gli speculatori, 79 BibliotecaGino Bianco

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