Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale che fanno da intermediari fra i proprietari e i coltivatori veri, e che pren– dono a gabella il latifondo dai proprietari e lo cedono a piccoli lotti ai coltivatori, intascando la differenza fra il fitto pagato ad essi dai coltivatori e quello pagato da essi ai proprietari. Questa non è una classe produttrice come la borghesia; ma una classe improduttiva la cui esistenza è strettamente connessa colla costituzione feu– dale della proprietà. L'intermediario (gabellotto) può trovarsi in contrasto col proprietario, in quanto cerca naturalmente di ridurre piu che può il fit– to; ma è strettamente solidale con lui, quando si tratta di difendere l'attua– le struttura economica, in forza della quale egli fa fruttare il suo capitale. Non mancano nemmeno nel Mezzogiorno i contadini piccoli proprie– tari.3 Questi, anzi, in parecchie regioni sparse lungo la costa, sono la classe numericamente prevalente. Stanno tutt'altro che bene sotto il peso schiac– ciante delle tasse, e non si sentono battere il cuore di nessuna gioia ecces– siva quando sentono suonare la marcia reale, e rimpiangono spesso e volen– tieri il governo borbonico. Ma su di essi non c'è da fare quasi nessun cal– colo. Il loro pezzetto di terra, coltivato dalle loro mani, non ammette alcu– na divisione di lavoro, alcuna applicazione della scienza, alcuna ricchezza di rapporti sociali. Il pezzo di terra, la moglie, i figli, l'asino: ecco il loro mondo. Lavorano da sé per tutto l'anno, vendono la raccolta, si lamentano dei prezzi bassi, gioiscono dei prezzi alti, e non capiscono nulla delle re– lazioni che vi sono fra le variazioni dei prezzi e le condizioni generali della società in èui vivono. Pregano Dio, perché mandi a tempo opportuno la pioggia e il bel tempo. Odiano il Governo, che ogni due mesi vuole che gli si paghino le tasse. Guardano con profondo rispetto quelli che son al di sopra di loro; considerano come esseri inferiori quelli che lavorano a giornata e non sono proprietari come loro. Se qualche volta prendono a lavorare con sé a giornata un bracciante, lo sfruttano a sangue, e non lo lasciano andare se prima non gli han fatto versare l'ultima e definitiva goc– cia di sudore, che si può ricavare dai pori di un corpo umano. Di politica non si occupano, perché non ci capiscono assolutamente nulla e non sanno vedere che relazione ci sia fra il voto politico e l'altezza delle tasse. Essen– do malcontenti contribuiscono fortemente a creare quell'ambiente di sorda ostilità contro le istituzioni, nel quale tutte le sorprese sono possibili; ma non hanno in sé né la forza né la disciplina necessaria per dar vita, o solo per sostenere un solido partito riformista. Tutti i partiti debbono far i conti con essi, perché danneggiarli nei loro interessi vuol dire crearsi il vuoto intor– no, e condurli a guardare senza ripugnanza, se non con simpatia i partiti con– trari. Ma nessun partito può far conto su di essi, perché vivono fuori della vita politica, e per trascinarveli dentro sarebbe necessario un preventivo 3 Chiamo con questi termini i piccoli proprietari che coltivano il fondo personalmente e non esercitano alcuna industria o mestiere cittadino, da non confondersi con i piccoli com– m~rcianti e artigiani cittadini che hanno anche una piccola proprietà rurale fatta coltivare da altri. 80 BibliotecaGino Bianco

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