Gaetano Salvemini - Movimento socialista e questione meridionale

Movimento socialista e questione meridionale parte dell'Italia una; e ·1a unità del bilancio nazionale ebbe l'effetto di obbli– gare i meridionali a pagare gl'interessi dei debiti fatti dai settentrionali prima dell'unità e fatti quasi tutti per iscopi che coll'unità nulla avevano da fare. Il Napoletano e la Sicilia erano ricchissimi di beni ecclesiastici, mal coltivati, è vero, ma i cui prodotti si consumavano localmente; la confisca di tutti quei beni a vantaggio delle finanze dell'Italia una, sottrasse all'Italia meridionale una enorme quantità di capitale sotto forma di pagamenti im– mediati all'atto della compera o di pagamenti annuali, che si sono protratti fino ai nostri giorni; e la coltivazione è rimasta in generale allo stesso punto del 1860, se pure in parecchi luoghi non siamo andati indietro; per cui si può dire che la confisca dei beni ecclesiastici servf solo a larvare una colossale indennità di guerra pagata dall'Italia meridionale a profitto dell'Italia una. L'alta Italia possiede il 48% della ricchezza totale e paga meno del 40% del carico tributario; l'Italia media possiede il 25% e paga il 28%; l'Italia meridionale possiede il 27% e paga il 32%. Nel dare, il Meridione è · all'avanguardia, nel ricevere è alla retroguardia: un terzo del reddito annuo I dello Stato è impiegato nelle spese militari, e l'esercito, per ragioni politiche e militari, è acquartierato in gran parte nel Settentrione. La rete ferroviaria statale, costruita a spese di tutti, si è sviluppata magnificamente nell'Italia settentrionale; al Mezzogiorno ogni volta che si è. concesso un tronco ferro– viario, la concessione è stata fatta sempre di malavoglia ed ha avuto l'aria di un'elemosina; basta riçordare che la importantissima linea Foggia-Napoli si fece aspettare tredici anni e che la linea circumsiciliana è ancora un sogno. L'Italia meridionale è considerata come luogo di punizione per gli impiegati scadenti o colpevoli. L'Italia meridionale ha, nel seno dell'Italia una, non solo le funzioni so– pra enumerate, ma deve avere anche quella di servire di mercato per lo smer– cio dei prodotti settentrionali: l'enorme ritardo nella costruzione della linea Foggia-Napoli ebbe l'effetto, se non lo scopo, di rendere il versante adriatico meridionale indipendente, commercialmente, da Napoli, e servo del Setten– trione, con cui le comunicazioni vennero immediatamente dopo il 1860 stabi- 'lite per mezzo della linea Bari-Ancona-Bologna. Le tariffe protettrici indu– striali fanno pagare dal Mezzogiorno un alto tributo alla borghesia setten– trionale, e poiché per ottenere tali tariffe era necessaria la lotta commerciale colla Francia, gl'industriali settentrionali vollero la lotta; questa lotta segnò la rovina dei proprietari di vigneti e degli agrumeti meridionali. Si potrebbe continuare per un volume intero su questo tono, e opera utile e altamente istruttiva farebbe chi si dedicasse a far la storia delle lotte fra Settentrione e Mezzogiorno dopo il '60. Il resultato di tale studio sarebbe forse che l'unità d'Italia è stata per il Mezzogiorno un vero disastro e che aveva ragione l'ul– timo dei Borboni, quando fuggendo da Napoli a Gaeta, diceva ai suoi .an– tichi sudditi: "Io perdo il regno, ma a voi i Piemontesi lasceranno solo .gli o~chi per piangere!" · 72 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=