Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

La Sinistra rediviva ero professore di filosofia del diritto all'Università di Padova -; e quando il tram era arrivato a Barriera delle Cure avevamo intavolata una conversazione quasi amichevole, in cui io davo sempre ragione a lui, sviluppando i suoi argomenti, deridendo quei poveri democratici, domandando energicamente delle leggi repressive contro il rinnovarsi dei dolorosi tumulti. Il punto, su cui io volevo raccogliere tutta la discussione, per non sparpagliare in chiacchiere generali la mia intervista, era la legge elettorale. E infatti, a un certo punto, dopo aver lodato il suo ultimo magnifico discorso alla Camera, mi arrischiai timidamente a dire: " Però, guardi, io mi potrei sbagliare, ma nella legge elettorale non vorrei altre modificazioni restrittive ... " "Certamente; non solo non si deve restringere di piu il suffragio, ma a mio parere bisogna estenderlo. " "Come? Ella dunque ha questa opinione? ma io ne sono felicissimo; i miei studi di filosofia del diritto mi hanno appunto convinto della verità che negli stati moderni il suffragio ristretto è un assurdo; e mi compiaccio di vedere un uomo politico, pieno di buon senso e di praticità come lei, concordare con le mie opinioni filosofiche. " "Certamente, certamente; io sono sostenitore del suffragio universale. È assurdo che mentre quasi tutti gli stati moderni riposano sul principio del suffragio universale, solo l'Italia, l'Italia che nacque da una grande rivoluzione, che ha distrutto il potere politico della Chiesa, che si è costituita una e indipendente in grazia e in forza dei grandi principii della rivoluzione francese, l'Italia sola si adatti ad ammettere ai diritti politici soltanto un milione sopra circa otto milioni di maschi adulti, godenti di tutta la pienezza delle loro facoltà fisiche e intellettuali. " " E infatti, una volta ammesso il principio della coscrizione ossia del1e' guale obbligo in tutti i cittadini, nel ricco come nel povero, nel nobile come nel popolano, nello scienziato come nell'illetterato, di prestare e libertà e vita al servizio della patria, è indiscutibile il diritto in tutti di avere una voce nell'elezione di chi deve governarli e disporre di ogni loro bene." "Negar ciò parmi lo stesso che negare il diritto alla libertà personale. Finché, come in antico, la difesa della patria era affidata ad una sola classe di cittadini, questa poteva, con qualche apparenza di giustizia, pretendere l'esclusivo voto nella direzione dello Stato; ma ora tutto è mutato. Sul popolo, e sulla parte piu povera, di esso, gravita piu specialmente questa terribile imposta di libertà e di sangue, e mentre la borghesia si toglie con vari mezzi gli oneri della milizia, a qual titolo potrà essa d'altra parte pretendere di essere sola in diritto a reggere le sorti dell'intera nazione? Le imposte dirette ed indirette ricadono non meno sulle classi povere che sulle piu agiate, e talvolta, e specialmente in Italia, sulle prime in proporzione assai maggiore e piu dura a sopportarsi. È nella eguaglianza dinanzi alla legge e a tutti 16 BibliotecaGinoBianco

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