Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana speravano approfittare della stanchezza avversaria per impadronirsi delle urne, né gli elettori del La Lumia, che non intendevano lasciarsi sopraffare. Alla fine l'esito della votazione fu proclamato: su 400 votanti, il La Lumia aveva avuto 103 voti di maggioranza. 13. La conquista dei seggi a Camastra Il colpo non riescito a Campobello, riesd a Camastra. Ma gli autori di esso l'hanno pagata cara: o meglio, l'avrebbero pagata cara senza la legge del perdono, che dovrebbe essere resa inapplicabile in materia di reati elettorali. È stato accertato in fatto - dice una sentenza del Tribunale di Girgenti · in data 21 ottobre 1909 - che in occasione delle ultime elezioni generali politiche lotta aspra vi fu tra i sostenitori del prof. Dante Majorana e quelli del barone Ignazio La _Lumia Aldino, entrambi candidati del collegio politico di Licata di cui il comune di Camastra fa parte. In tale comune qualche giorno prima del 7 marzo 1909, quando ebbero luogo dette elezioni, dai partigiani del candidato Majorana fu fatta spargere la voce che loro per conquistare l'ufficio definitivo avrebbero votato scheda doppia. Quando poi fu composto l'ufficio provvisorio, presieduto dall'Amone, in qualità di sindaco, e facenti parte Dispinzeri Nicolò e Nocera Giuseppe, quali Consiglieri comunali estratti a sorte dalla Giunta municipale, nonché Fanara Calogero e Vecchio Salvatore, quali piu giovani degli elettori presenti - mano mano che gli elettori venivano chiamati per la elezione dei componenti l'ufficio definitivo, consegnavano una scheda all'Amone, il quale col pretesto della voce della doppia scheda da parte dei sostenitori del candidato Majorana, la maltrattava, la pieghettava, la portava sotto il tavolo e 'poscia la deponeva dentro l'urna. Quando cominciò lo spoglio delle schede, queste venivano estratte dall'urna dallo scrutatore Vecchio Salvatore, e quasi tutte quelle che portavano scritti i nomi dei candidati all'ufficio definitivo dei sostenitori del La Lumia, erano trovate macchiate d'inchiostro e annullate. Ciò fece sorgere le proteste dello scrutatore Fanara, del cav. Vecchio Vincenzo e del denunziante Badalamenti Giuseppe fu Nicolò, i quali subito rilevarono che il sindaco Amone quale presidente, quando riceveva le schede degli elettori del partito La Lumia, le maltrattava, le pieghettava e le portava sotto il tavolo per macchiarle, la quale manovra era completata dallo scrutatore Vecchio all'atto di estrarre le schede dall'urna. E non poteva essere diversamente, perché agli elettori del partito La Lumia le schede nitide e bianche erano state consegnate dal cav. Vecchio e dall'avv. Caruso poco prima di deporle nell'urna. L'Amone non si curò delle proteste e con lui non se ne curarono gli scrutatori Dispinzeri, Nocera e Vecchio, anzi l'Amone minacciò di arresto il cav. Vecchio e fece tenere gli elettori distanti dall'ufficio. 43 Cosi su 56 schede dei sostenitori del La Lumia ne furono annullate 42; ed i sostenitori del Majorana conquistarono con 22 schede ritenute valide la maggioranza dell'ufficio definitivo. Nel verbale dell'ufficio provvisorio, che lo scrutatore Fanara rifiutò firmare, furonc inserite le relative proteste; fu chiesto anche di non procedersi alla distruzione delle schede, ma queste invece furono tutte bruciate. Prima già si sapeva, per averlo detto il 43 Naturalmente, chi eseguiva gli ordini del Presidente del seggio provvisorio, era il dele• gato di pubblica sicurezza: dove i seggi sono antigovernativi, come nella 2a Sezione di Santeramo, i delegati li violentano; dove sono governativi, obbediscono agli ordini del Presidente. 120 BibliotecaGinoBianco

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