Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana licenze ai sensali e di esercizio venivano ritirati dal delegato di P.S. di Palma Montechiaro e dal sindaco di Camastra sempre su proposta e dietro informazioni mendaci del Gafà. Passato il periodo elettorale e partito il Gafà da Camastra, tutte o quasi tutte le licenze di porto d'armi, di sensale, di esercizi pubblici furono ridate sopra parere favorevole dell'Arma benemerita. Si eccettua Faraci Salvatore, il quale non poté riavere subito il permesso di porto d'arma per reati commessi posteriormente; però poi lo riottenne, perché in udienza presentò per visione il permesso d'armi. Non deve omettersi di notare che alcuni elettori denunziati per contravvenzioni alla legge sulla requisizione dei quadrupedi riportarono per tali reati condanne con sentenze del pretore di Palma; ma deve anche tenersi presente che il delegato non li avrebbe denunziati, qualora si fossero indotti a dare il loro voto al candidato Majorana. È inoltre stato provato, che il giudicabile Gafà nel 31 gennaio ultimo, in una pubblica via di Camastra, nell'occasione di dimostrazioni elettorali, diresse a Badalamenti Giuseppe, presenti piu persone, le parole: A te, pregiudicato, ti arrangerò io. Invano si è cercato da altri testimoni di nascondere la verità con dichiarazioni ine- • satte e mendaci. Infatti è rimasto sufficientemente provato che il giudicabile Gafà si rese colpevole di arresto arbitrario in offesa di Vecchio Giuseppe, commesso in Camastra nel 29 gennaio ultimo. Invero in quel giorno il Gafà fittosi in capo che il Vecchio, quale ricevitore del dazio di consumo, avesse rilasciata una bolletta con data falsa, lo fece condurre nella caserma dei Reali Carabinieri. Il Vecchio disse che il Gafà effettivamente lo dichiarò in arresto e che in tale stato lo fece condurre in caserma dalla guardia campestre Giordano Giuseppe. Dopo circa un'ora il Vecchio fu posto in libertà. Di questo fatto non fu redatto alcun verbale dal Gafà. Si deve ammettere nel Gafà l'intenzione di fare cosa contraria alla legge per arrecare onta al Vecchio, uno dei capipartito della candidatura avversa al Majorana, col privarlo della libertà personale. Circa l'abuso di autorità continuato attribuito al Gafà in offesa del Vecchio, che sarebbe stato commesso coll'ordine abusivo di chiusura del caffè e spaccio di liquori e della bottega del Vecchio; col sequestro arbitrario di una cambiale a favore del Vecchio a firma di un tale Baldacchino, sotto pretesto che si trattasse di denaro dato a scopo di corruzione elettorale; col sequestro arbitrario dei bollettari del dazio di consumo tenuti dal Vecchio come ricevitore; e col ritiro della patente di ricevitore al Vecchio medesimo; tali fatti, considerato il fine propostosi_dal Gafà, d'indurre cioè il Vecchio con ogni mezzo a dare il suo voto al Majorana, non possono costituire il reato di abuso di autorità ai termini dell'art. 175 Codice Penale, ma rientrano nell'ipotesi dei reati elettorali previsti dagli articoli 105 e 106 della legge elettorale, dei quali si è già detto che il Gafà deve dichiararsi colpevole. Queste condanne - badiamo bene - non colpiscono che la infinitesima parte delle infamie, che la questura giolittiana perpetra in periodo elettorale in un collegio preso d'assalto. La piu parte delle prepotenze sono commesse in forma tale che non toccano gli estremi del reato; parecchi reati sono commessi a danno di povera gente, che non sa e non può difendersi legalmente; anche se l'offeso sa e può difendersi, ci vuole una buona dose di testardaggine, oltre che di tempo e di quattrini, per inseguire il questurino delinquente per tutti gli stadi della proceduta giudiziaria. E ognuno degli infiniti atti di prepotenza ufficiale non vale solo per sé: vale soprattutto per indicare quale sia la volontà del governo, rappresenta una minaccia per il restante corpo elettorale, semina il terrore nel paese, paralizza non solo chi è perquisito e bastonato od arrestato personalmente, ma tutti gli altri elettori antigovernativi, che sentono le stesse violenze sospese sul loro capo. II8 BibliotecaGinoBianco

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