Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

11ministro della mala vita quanto io appresi da persone bene informate, éon le quali mi lamentavo di questa terza affermazione ·politica in famiglia, che mi pareva enormemente scandalosa e perniciosa, specie per la Sicilia, dove la triste pianta del nepotismo trova terreno fecondo, s1 che occorrerebbe sradicarla senza pietà, anzi che aiutarne la propagazione. Essi scagionavano in parte l'on. Angelo Maiorana con l'affermare che egli non voleva questa candidatura a Licata: che era stato, invece, l'on. Giolitti a pretendere questa prova di amicizia dall'on. Angelo medesimo, non già, forse, perché lo stesso on. Giolitti ritenesse proprio necessaria la presenza di un terzo Maiorana in Parlamento, ma per una piu alta ragione di governo. Il prof. Dante Maiorana, infatti; aveva deciso di posare per le prossime elezioni politiche la sua candidatura nel ,collegio di Augusta, di cui è attuale rappresentante l'on. Pasquale Libertini. 35 Questi era stato e si era mantenuto sempre un ascaro giolittiano della piu pura acqua; l'on. Giolitti, quindi, si trovava in un gravissimo imbarazzo, giacché da un canto non poteva né doveva smentire quello che costituisce il suo altissimo sistema di governo; di aiutare, cioè, comunque, gli amici che si mantengono a lui fedeli, e quindi non poteva offrire il pessimo esempio di abbandonare il fedele ·e buon Libertini al libero giudizio degli elettori di Augusta; e d'altro canto non poteva combattere, per sostenere il Libertini, il fratello dell'ex suo compagno di gabinetto, dell'amico fedelissimo. In questa intricatissima situazione, non c'era miglior via d'uscita di quella di far proclamare la candidatura del terzo Maiorana a Licata. E l'on. Angelo, dopo avuta dal prefetto di Girgenti l'assicurazione che quello era un collegio docilissimo ad ogni volere governativo, pare abbia deciso il suo terzo fratello a sacrificare sull'altare dell'amicizia per l'on. Giolitti le sue aspirazioni per il collegio di Augusta e sobbarcarsi alla croce della candidatura nel Collegio di Licata. 2. Il sindaco di Campdbello I motivi, diciam cosf "governamentali," che consigliarono l'on. Giolitti, a piantare il terzo Maiorana nel Collegio di Licata, non ci devono far dimenticare i motivi "locali," che inducevano una parte· degli "indigeni" ad accettarla con impegno grande. Rappresentante tipico di questi "indigeni," che sono sempre pronti a dar man forte al Governo e a sostenere i suoi candidati ·contro il resto della popolazione, è quello " assai noto sindaco, capo elettore del Collegio, " a cui accenna l'avv. Bruccoleri; cioè il comm. Antonio D'Angelo, sindaco di Campobello di Licata. Oggi, dopo le elezioni, in cui apparve incapace a far trionfare il candidato del governo e perciò indegno di una ulteriore benevolenza giolittiana, il comm. D'Angelo è uccel di. bosco, sotto accusa di peculato continuato a danno del Comune e con una condanna per brogli elettorali, di cui parleremo in seguito. Ma prima delle elezioni il comm. D'Angelo era una potenza, perché come lui aveva bisogno del prefetto e del deputato per, non andare in galera, il deputato aveva bisogno di lui per riuscire e il prefetto per far carriera. Per otto mesi del 1908 il comm. D'Angelo si era rifiutato di convocare 86 Libertini Gravina Pasquale (1856-1940), deputato di Augusta per le legislature XXIXXIV, senatore dal 1934. [N.d.C.] 109 ~ BibliotecaGinoBianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==