Gaetano Salvemini - Il ministro della mala vita e altri scritti sull'età giolittiana

Parlamento, governo ed elezioni meridionali nell'Italia giolittiana lioni del marchese per comprare i voti: io posso lasciarmi corrompere ma non posso corrompere. E debbo difendermi. E mi avvarrò di tutti i mezzi messi a mia disposizione. Mi farò proclamare deputato anche coi cannoni. Io faccio quello che voglio. Io conquisto maggioranza e minoranza. Io faccio dieci, cento, mille pastette. E alla Camera mi difenderò. E la Camera mi 4arà ragione. Se commetto reati, è perché con essi combatto altri reati piu gravi. Io non ho per difendermi altri mezzi che quelli della popolarità. Della folla mi avvalgo per montarla. E oramai sono padrone delle acque. Ho minacciato i miei nemici con l'idea che sarebbero bastate le minacce e che non avrei dovuto scendere ai fatti. E cosf è avvenuto. Che paura .volete che io abbia dei trecento voti di De Luca Resta? (il proletario intellettuale aveva detto che erano cento). Che paura volete che io abbia della lega dei contadini? Mi fanno ridere i contadini coi loro 65 voti. Se il Pignatelli avesse detto ai contadini di votare per Bissolati o per Musacchio, disinteressandosi della lotta fra me e il marchese, io l'avrei rispettato. Ma Pignatelli si è venduto. Si è venduto. È venduto. Forse io mi inganno. Ma è venduto. E dopo il suo voltafaccia il paese si è rivolto contro di lui. Con questo non assumo la responsabilità dell'aggressione subita dal Pignatelli. Gli aggressori devono essere socialisti indignati contro il suo tradimento. E mentre qui tutto era tranquillo, la vostra venuta è considerata come una provocazione. La vostra presenza qui può far nascere un eccidio. Qui siamo in un paese di selvaggi e di abissini." Risposi che sarei partito il lunedf sera, dopo esaurite le operazioni elettorali. I miei due amici sarebbero partiti subito perché non avevano nessun motivo di rimanere a Gioia. Io mi fermavo come spettatore. L'onorevole si rasserenò quando si accertò che noi non avevamo intenzione di sostituire il Pignatelli. "Resti, resti pure. Oramai che i socialisti hanno proclamata l'astensione, qui tutto è in pieno ordine. Ella domani vedrà che tutto procederà in pieno ordine. Sono anzi lieto che ella resti qui, perché potrà testimoniare della regolarità delle operazioni. Naturalmente ella non essendo elettore, non potrà entrare nelle sezioni, ma, rjmanendo fuori, vedrà come tutto procederà bene. Qui di miei avversari non ce n'è piu. Ed io esco a dare disposizioni perché ella possa godere della piu ampia libertà. Venga in mia compagnia: io le garantisco che sarà rispettato." 15 15 Questo discorso mi fu tenuto dall'on. De Bellis in presenza del dott. Eustachio De Bellis di Acquaviva, dell'avv. Vito Lefemine di Bari e dell'avv. Adelchi di Molfetta. Temendo che la memoria in qualche punto mi tradisse e mi impedisse di riprodurre le parole dell'on. De Bellis con la piu scrupolosa precisione, invitai gli amici Lefemine e Valente a volere mettere per iscritto l'uno indipendentemente dall'altro quanto riescivano a ricordarsi del colloquio o meglio del soliloquio. E con l'aiuto dei loro appunti e con quegli appunti, che presi subito anch'io per conto mio, sono sicuro di avere ricostituito le parole dell'on. De Bellis in maniera addirittura fotografica. Dichiarazioni non diverse da quelle fatte a me, faceva l'on. De Bellis anche a Roma, nei corridoi della Camera, davanti ad un gruppo di giornalisti e di deputati, come si può vedere da una corrispondenza di Emidio Agostiniani sulla " Lombardia " e sul " Pungolo " del 23-24 marzo I 909. 90 BibliotecaGinoBianco

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