Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Di nuovo il 29 gennaio 1926: Sono stato a Locarno e ci ritornerei, ma mentre parole di pace balenano agli orizzonti, io devo constatare che i cieli si popolano di velivoli prodigiosi e scendono in mare le nuove unità di guerra. Allora io rifletto e dico: "Come il paradiso del– l'Islam cosf anche la nostra pace piu sicura, sarà all'ombra delle nostre spade" (PI. 29-1-1926). Altro che Patti di Locarno! Un documento tipico dello stato d'animo, che Mussolini cercava di creare - e riusciva a creare - contro la Francia nei suoi seguaci, si trova in un opuscolo intitolato La guerra futura, dovuto ad un ufficiale di marina, Ulisse Guadagnini, e pubblicato alla fine del 1925 a Roma. La guerra futura bb " d' " "BI' k . " 1 sare e stata una guerra 1 sorpresa, un 1tz neg, per usare a pa- rola tedesca. L'aggressore sarebbe passato improvvisamente da un apparente stato di pace alla guerra, come un uomo in agguato che si precipita sulla vittima ignara; o meglio come il ladro che, con la rivoltella in pugno, entra furtivamente in .una casa per la porta aperta, uccide il padrone e prende possesso della proprietà. Formalità inutili, quali dichiarazioni di guerra, ri– chiamo di ambasciatori, preparazione d'incidenti per giustificare l'inizio delle ostilità, sarebbero state abolite. Prima di. attaccare la Francia nel 1914, la Germania avrebbe dovuto far saltare in aria la flotta britannica. Se questo fosse stato fatto, nessun soldato inglese avrebbe posto piede su suolo fran– cese. Inoltre l'Inghilterra sarebbe stata obbligata a concentrare i suoi sforzi nella difesa del suo territorio contro una invasione di sorpresa, mentr'era ancora quasi completamente disarmata. L'assalitore avrebbe fatto uso di tutti i mezzi per invadere il territorio nemico con la maggior possibile ve– locità, spingendosi il piu lontano possibile nell'interno. Qualora il nemico, riavutosi dalla sorpresa iniziale, fosse ricorso alla tattica della guerriglia, la immediata proclamazione e la spietata applicazione della legge marziale avrebbe estirpata ogni velleità di rivolta. Sarebbe stato necessario mescolarsi con la popolazione in modo da formare un tutto compatto. Cosf il nemico non avrebbe osato bombardare la propria popolazione, e l'attaccante sarebbe diventato invulnerabile all'arma aerea. Neppure la guerra chimica avrebbe potuto essere condotta contro un esercito invasore che si fosse mescolato col resto della popolazione: il nemico non avrebbe potuto colpire l'uno senza colpire l'altra in proporzioni anche piu grandi. Poteva accadere che il. ne– mico, il cui territorio era stato invaso da una inattesa offensiva, possedesse la supremazia aerea e bombardasse città indifese dell'aggressore. In tal caso, per ogni vittima di incursione aerea, gli ostaggi sarebbero stati assog– gettati a spietate rappresaglie. Questo piano di guerra non avrebbe funzio– nato, salvo che non fosse tenuto rigorosamente segreto. Questo era possibile solo in paesi, in cui il governo avesse illimitati poteri: "quando colui che governa non comanda, non può nemmeno decidere di combattere una guer– ra" (pp. 23-24). Ad ogni modo la nazione avrebbe avuto bisogno di una 72 Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=