Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

I Patti di Locarno Il 4 novembre, nel commemorare la vittoria dell'Italia nella guerra mondiale: La vittoria non è un punto di arrivo! È un punto di partenza. Non è una meta, è una tappa... La vittoria è un patrimonio ricchissimo, sul quale è rigorosamente proi– bito vivere di rendita. Bisogna ogni giorno rinnovarlo, ogni giorno fortificarlo, vgni giorno renderlo piu efficiente, piu armato, piu lucente, in modo che domani, se tl destino voglia, la vittoria sia la pedana dalla quale si balza verso l'avvenire... Io vi dichiaro recisamente che, mentre credo e spero in un periodo di pace abbastanza lungo, non sono ancora arrivato a un grado cos1 eccdso di ottimismo da credere alla pace duratura, perpetua, sempiterna... Guardiamo con un occhio alla colomba della pace che pure si leva negli orizzonti lontani, ma con l'altro occhio guardiamo alle necessità concrete della vita, alla storia che non può essere contenuta in nessun trattato, alla storia che ci mostra il sorgere, il crescere, il declinare degli individui e dei popoli, alla storia che crea i grandi squilibri fatali. Speriamo che la storia di domani abbia un corso diverso da quello di ieri, ma nell'attesa di questo miracolo noi dobbiamo agguerrirci, noi dobbiamo avere un esercito potente, una marina valida, un'aviazione che domini i cieli, e soprattutto uno spirito in tutte le classi del popolo disposto al sacrificio... L'Italia non si è esaurita nella prima e nella seconda civiltà, e ne sta creando una terza! Commilitoni, la creeremo nei nome del Re e nel nome dell'Italia, col braccio, con lo spirito, col nostro sangue, con la vita (PI. S-XI-1925). Quando i Patti di Locarno furono ratificati dai delegati di tutti 1 go– verni interessati, in una grande cerimonia tenuta a Londra nel dicembre, il Popolo d'Italia pubblicò il seguente comunicato: Il Patto di Locarno è stato commentato dai soliti banditori di stupefacenti come una nuova èra cristiana o una nuova Egira maomettana. E il Corriere della Sera aveva composto una specie di presepio europeo, coi pastori che suonavano la zampogna è gli angeli che annunziavano la pace agli uomini di buona volontà. Nulla di piu tra– visato... Piuttosto realisticamente giudichiamo che il Patto di Locarno risponde ad una necessità di questo nostro periodo. L'Europa stremata, ha bisogno di quiete, di riposo, di risparmio, di ricostruzione. È una situazione di convalescenza, soprattutto finanziaria. Quando le borse private e le casse dei vari Stati europei avranno nuove abbondanze di oro, allora sarà il caso di riparlare delle carte europee (PI. 2-XII-1925). L'll dicembre, parlando alla Camera dei Deputati, Mussolini ripeté che egli "considerava la nazione italiana in istato permanente di guerra": Già dissi, e ripeto, che i prossimi cinque o dieci anni sono decisivi per il destino della nostra gente. Sono decisivi perché la lotta internazionale si è scatenata e si sca• tenerà sempre di piu e non è permesso a noi, che siamo venuti un poco in ritardo sulla scena del mondo, di disperdere le nostre energie (PI. 12-XII-1925). Il 22 dicembre, m un'intervista con la United Preu, fece questa di– chiarazione: L'abolizione dei sottomarini vorrebbe dire l'evidente ed assurda inferiorità delle nazioni meno ricche e di quelle che hanno le piu lunghe linee costiere da proteg– gere. Le nazioni ricche potrebbero costruire navi da guerra di grande o medio ton– nellaggio, e le nazioni povere, incapaci di seguire le nazioni ricche in questa corsa, resterebbero alla loro mercé. È venuto il momento di dire: "o tutto o niente." 71 BiblotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=