Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

l Patti di Locarno precipitò a Locarno a firmare i patti in persona. Uno speciale serv1z10 di vigilanza e un'invasione di agenti italiani turbò la pacifica atmosfera della città svizzera. Il delegato belga Vandervelde rifiutò di stringergli la mano. La maggioranza dei giornalisti, in segno di protesta contro la museruola applicata alla stampa in Italia, boicottò il ricevimento a cui il celebre uomo li aveva invitati. La sala della conferenza, dove il ricevimento doveva aver luogo, era quasi vuota, mentre i boicottatori si erano riuniti nella sala d'in– gresso nello stesso albergo. Mussolini andò fra loro. Uno dei boicottatori, George Slocombe, scrive: Attraverso il vestibolo vuoto vidi avvicinarsi a me la figura conosciuta a Cannes e a Losanna. Il suo seguito si accalcava rispettosamente e ansiosamente alle sue calcagna. Ad un metro di distanza da me si fermò, alzò in aria il mento sporgente nel modo che gli era divenuto familiare, e si rivolse a me direttamente. Ci fu un improvviso silenzio intorno a noi. "Eh bien," domandò con voce che voleva intimidire e incoraggiare al tempo stès- " 1 . h . ?" so: est-ce que e commumsme mare e tOUJOurs. "Je ne saurais pas vous dire," dissi io. Corrugò le sopracciglia, esitò, poi chiese: "Et pourquoi clone?" "Parce que je ne suis pas communiste." C'era ora un centinaio di persone in circolo intorno. Guardò al di sopra della sua spalla, poi guardò di nuovo me, perplesso e irritato: "Eh bien, Je me trompe alors?" "O . ,, m, vous vous trompez. Si voltò per uscire, con le spalle quadrate e il mento provocante. Un piccolo corrispondente olandese dietro a me disse rivolto alla sua larga schiena: "ça vou; arri ve souvent." Alle beffarde parole voltò il capo, e al disopra della spalla lanciò, sdegnosamente, una sola parola: "Peut-etre. " 4 Da allora fino al 1937 - quando andò a Berlino - Mussolini si astenne dall'intervenire alle conferenze internazionali fuori d'Italia. La paura di attentati non spiega interamente questa riluttanza. Il suo complesso d'inferiorità nel trattare con uomini, che potevano stargli di fronte su di un piede di uguaglianza, ebbe certamente maggior peso nel determinare la sua decisione. Finché trattava in Italia con persone, la cui resistenza si poteva eliminare coQ.le buone o con le cattive, la sicurezza di sé non aveva in lui limiti. Avesse ragione o torto, faceva a modo suo, ed era applaudito. Con persone, che erano al di fuori del suo controllo, quella sicurezza scom– pariva. E lui nascondeva la vera ragione, per cui si asteneva dall'intervenire ai. convegni internazionali, mettendoli in ridicolo come attività accademiche e chiacchiere oziose. Sempre il Guariglia - testimone di prima mano e niente affatto ostile per principio al Duce - spiega che Mussolini firmò sf i Patti di Locarno, ma li considerò "alla stregua alla quale considerò tutta la congerie dei patti internazionali che si dedicò a firmare per molti anni, anche quando alcuni 4 G. SLOCOMBE, The tumult and the shouting, pp. 245-46. 69 BiblotecaGinò Bianco

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