Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Addenda Quando questo libro era già stampato, l'autore è venuto a conoscere il Diario manoscritto di Pompeo Aloisi, Capo gabinetto di Mussolini dal 25 luglio 1932 al 14 giugno 1936. Da questa importantissima fonte sono tratti i ricordi seguenti. I. Sui rapporti italo-jugoslavi 28 dicembre 1932: "Abbiamo parlato [con Mussolini] della rivoluzione in Croazia, esaminando il piano della prossima rivolta che faranno i croati. [È questo il tentativo dei fascisti croati, comandati da Artukovich, di cui si parla a p. 253 di questo libro. Mussolini credeva che quel tentativo avrebbe portato allo sfasciamento della Jugoslavia.] Conversazione con Cortese [vedi in questo libro p. 249] sulla questione della Croazia, della quale non mi sembra che egli abbia ponderato tutte le conseguenze che può dare nel campo diplomatico. L'ho messo in guardia, e detto che assolutamente ora bisogna limitarsi a studiare la parte dei compensi politici che noi abbiamo il diritto di domandare e che secondo me non dovrebbe las<:iareastio fra i due popoli, né causare troppe reazioni prevedibili nel mondo internazionale. Quanto agli aiuti militari, che sono assai gravi e pericolosi, si dovrebbe entrare nell'ordine di idee di lasciare fare all'Ungheria, la quale senza dubbio vuole la guerra. Ma tutto questo è molto pericoloso e mi preoccupa." 29 dicembre 1932: "Alle ore 18,30 riunione con Suvic [Sottosegretario agli Esteri] e Cortese per gli affari della Croazia. Abbiamo esaminato a fondo la situazione nelle sue conseguenze e constatato che non si può tornare piu indietro. Quindi abbiamo esa– minato le misure da prendere affinché la nostra compromissione non figuri o per lo meno figuri in maniera da non poter essere accusati su basi precise. Ma è un affare da 1. i " sorveg 1.ars. 30 dicembre 1932: "Mussolini ha parlato stamane a Suvic della Croazia. Vuole andare avanti in tutti i modi." 9 gennaio 1933: ~'Alle 19, riunione con Suvic, il Colonnello Sogno e Cortese per la Croazia. Sogno dice che esaminato col Ministro della guerra e il Capo di Stato Mag– giore, il piano rimesso a [corr. da] Pavelic a Cortese, hanno ad unanimità avuto la im– pressione che esso costituisca uno stato inevitabile di guerra - questa è la impressione che io ho avuto fin dal principio. Ne è seguita una lunga discussione. Io ho espresso l'opinione che doveva farsi tutto quello che internazionalmente non ci avrebbe compro– messo. Suvic e Sogno erano completamente del mio avviso, ma del resto, trattandosi di una questione certamente grave e delicata, bisognava servendosene, aspettare ancora, perché il punto critico del disgregamento jugoslavo non era ancora arrivato, e soltanto dopo che il processo di dissoluzione avesse raggiunto questo apice, noi avremmo potuto fare qualcosa con una relativa chance e sicurezza. Altrimenti di fronte alla sensibilità jugoslava, spinta ora all'estremo ed in cerca di un diversivo ... si rischiava di essere portati 804 BiblotecaGino Bianco

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