Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

AppendiceM La distruzione dell'impero Quando l'impero romano di Mussolini franò come una casa di cartone gli italia– ni dissero che Mussolini, "il fondat,ore dell'impero," era diventato "l'affondatore dell'im– pero." Invece di chiamarlo "Benito Mussolini" ora la chiamarono "Finito Mussolini," e cioè un uomo finito che era stato ridotto al silenzio. Se Mussolini fosse rimasto neutrale avrebbe potuto strappare molte concessioni agli inglesi e ai francesi. Il Presidente Roosevelt era disposto a farsi mediatore, pacificatore e garante. Nessuno si sarebbe reso conto fino a che punto le forze fasciste erano impre– parate per la presente guerra, e tutti erano pronti a fare sacrifici per evitare l'ostilità di Mussolini. Coll'entrare in guerra egli rivelò il suo bluff e si immerse a capo fitto nel disastro. Il disastro fu tanto piu terribile in quanto non suscitò pietà ma disprezzo univer– sale: nessuno nella primavera del 1940 rideva del fallimento degli inglesi in Norvegia o della loro fuga da Dunkerque. Nessuno rideva della catastrofe della Francia, tanto piu seria e irreparabile delle disfatte italiane in Albania e in Africa. Al contrario gli uni fa– cevano a gara con gli altri nel mettere in ridicolo le sconfitte italiane. Se a Singapore, e a Giava si fossero arresi non 78.000 inglesi e 98.000 olandesi, ma 7.000 o 9.000 ita– liani, i giornali di tutto il mondo sarebbero stati ricoperti di caricature beffeggianti gli italiani. Perché? Certo l'intera macchina della propaganda inglese si scagliava implacabilmente con– tro gli italiani. Dopo che i generali inglesi furono battuti ovunque dai generali tede– schi, il ministro inglese della Propaganda si consolò col ripetere ogni giorno che i ge- nerali inglesi erano per lo meno in grado di battere altri generali. ·-··· E tuttavia questa non è tutta la verità. Il fatto è che mai in Inghilterra, in Fran– cia, in Olanda il Governo era stato in mano ad un uomo insolente, tronfio, con la ma– scella sporgente, con gli occhi roteanti nell'orbita, con le mani sulle anche, che urlava insulti a tutti i popoli della terra, singolarmente e collettivamente, e minacciava tutti di sterminio. Quando il fallimento di quest'uomo divenne evidente - un fallimento igno– minioso oltre tutti i limiti degli ardenti desideri dei suoi peggiori nemici - il suo fallimento provocò il disprezzo universale. Nessuno schernisce lo sfortunato artista che si sente male sul palcoscenico mentre canta, tutti ridono di un tenore senza voce che incede tronfio sul palcoscenico e fa delle stecche. Gli italiani nei due millenni e mezzo della loro storia hanno fatto l'e– sperienza di molti colpi di buona fortuna e di molti disastri, di molte glorie e di molte vergogne. La loro storia comprende Cesare e Pulcinella, S. Francesco d'Assisi e Casa– nova, Dante e Cagliostro. La piu disgraziata delle sfortune, la piu umiliante delle ver– gogne sono state con Mussolini: essere sottomessi all'interno e rappresentati verso l'e– sterno da un cattivo calcolatore, insensato, crudele e fraudolento. 796 BiblotecaGino Bianco

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