Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

App~ndici l'assassinio del re Alessandro di Jugoslavia a Marsiglia nel 1934 e sfuggi alla ghigliot– tina unicamente in virtu della protezione accordatagli da Mussolini. Dopo aver dato al re Zvonimir un successore nel regno di Croazia Mussolini annun– ciò solennemente al mondo che "tutti i poteri civili che finora sono stati posti sotto l'oc– cupazione militare italiana passano alle autorità croate." Il primo atto del nuovo re del- 1'"indipendente" Croazia fu di cedere all'Italia un tratto di territorio n·elle vicinanze di Fiume, quasi tutte le isole dell'Adriatico e un largo_ tratto della terraferma dalmata. In altre parole, il nuovo re di Croazia cedeva una larga parte del suo territorio nazionale ad una potenza straniera in cambio dell'aver ottenuto un trono. Il re Zvonimir venne uc– ciso per motivi meno imperiosi. Nessuno quindi si meraviglierà se ancora al momento del presente scritto (maggio 1942) l'erede del re Zvonimir pensa sia saggio non met– tere il piede sul territorio dei suoi antenati e rimane a Firenze all'ombra della torre di Giotto. La prudenza è la miglior parte del coraggio. Nel marzo 1938 Mussolini trionfò col portare la Germania al Passo del Brennero, ad un distanza da Venezia e Milano facilmente superabile. Nell'ottobre 1938 ebbe un nuovo trionfo quando la Cecoslovacchia scomparve dalla carta dell'Europa, perdendo cosf un possibile forte alleato per l'Italia contro la dominazione tedesca. Ora la Jugo– slavia, l'ultimo possibile alleato contro l'avanzata di Hitler, è venuta meno. Ora Hitler non. domina soltanto il passo del Brennero, ma una nuova frontiera in Slovenia e Croa– zia, come pure un'altra in Dalmazia. Se Hitler lo ritiene conveniente, può marciare non solo su Venezia e Milano, ma, con altrettanta facilità, su Trieste, Fiume e Spalato e cac– ciare Mussolini nell'Adriatico. Mussolini non ha altra scelta che sottomettersi alla Ger– mania o peggio perdere il lavoro fatto unitamente al re d'Italia e al re di Croazia. Co– me spiegò la New York Herald Tribune del 20 maggio 1941 il re di Croazia è il fan– toccio di Ante Pavelic, il Duce croato, che, a sua volta è il fantoccio di Mussolini, il quale a sua volta è il fantoccio di Hitler: è il prigioniero di un prigioniero di un pri– gioniero. In questa catena il re d'Italia non ·ha nemmeno la posizione di un anello; è l'ombra inesistente, il "cittadino inutile per definizione," come Mussolini soleva chia– marlo nei suoi giorni migliori. Contemporaneamente per sloggiare gli inglesi dalla Cirenaica, truppe tedesche si impadronirono del sistema ferroviario italiano, attraversarono la penisola italiana, si in– stallarono in Sicilia e da qui attraversarono il mare. Il signor Davis scrive nel Chri– stian Science Monitor: "I tedeschi portavano tutto con sé. Avevano la propria difesa antiaerea, batterie da costa, cucine da campo, fucine per riparazioni e biblioteche; portavano le loro gaso– line, bombe, mezzi, automobili e trattori, paste e verdure; e, come osservò un a~iatore italiano, era una meraviglia come essi piantassero i semi delle verdure negli aeroporti. Essi si impadronirono di una serie di questi aeroporti dell'Italia settentrionale fino alla Sicilia e non lasciarono nulla su di essi che li facesse riconoscere come italiani. A Ro– ma i tedeschi spiegarono: non vi doveva essere, affermarono, mescolanza fra tedeschi e italiani. Quando i tedeschi intraprendevano un'azione volevano farlo da soli. Non vo– levano gli italiani sulla loro strada." Ciò non sarebbe avvenuto se i "consiglieri," tecnici tedeschi, gli "esperti" di ogni genere, i ferrovieri, i "coordinatori" economici, i commilitoni e agenti della Gestapo non si fossero infiltrati in tutti i punti vitali che controllavano la vita del paese. Il Gabinetto di Roma si radunava in presenza dell'ambasciatore tedesco, von Macken– sen. L'alto comando nazista inviava le sue istruzioni dall'Hotel de Russie, dove aveva stabilito il suo quartier generale, non solo ai suoi subordinati militari e civili dissemina– ti in tutta l'Italia, ma anche ai funzionari del Governo italiano senza! tener conto dei mi– nistri o di Mussolini e ancor meno del Re. Nessuna decisione importante dei ministri o degli alti funzionari poteva essere decretata senza previa sanzione dei "cooperatori te– deschi." L'infiltrazione economica crebbe sempre piu. Dopo l'arresto delle importazioni per 794 BiblotecaGino Bianco

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