Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Inghilterra e Grecia Una volta si credeva comunemente che la flotta italiana potesse sfidare seriamente la flotta inglese nel Mediterraneo. Quando venne rimossa la minaccia della flotta fran .. cese, la flotta italiana si trovò di fronte nel Mediterraneo solo ad una parte della flotta britannica. E tuttavia le navi da battaglia italiane dovettero lasciare gli inglesi padroni di questo mare. Solo i sottomarini e le forze leggere italiane sembrano operanti attual– mente nel Mediterraneo. Perché? Una risposta deve essere cercata sicuramente nel fatto che i fondi disponibili ven– nero spesi nel costruire nuove navi e non nei servizi correnti che avevano gran bisogno. Un grosso cannone deve essere rimandato all'arsenale una volta all'anno per la revisione del calibro. Ciò richiede forti spese. Per risparmiare i cannoni il personale rimase per anni senza sufficiente pratica di tiro. Quando venne la volta di sparare i cannoni, gli uomini mancavano dell'abilità necessaria per fare un lavoro efficace. Un ammiraglio disse al corrispondente americano, signor Whitaker: "Noi possiamo ottenere da Mussolini una nave da battaglia, ma non possiamo ottenere la tinta per riverniciare le vecchie" (Chicago Daily News, 7 aprile 1941). Il motivo è chiaro: il varo di una nuova nave da battaglia poteva essere strombazzato sulle prime pagine dei giornali italiani e non italiani come azione personale di Mu'ssolini, mentre la verniciatura di una vecchia nave era priva completamente di valore pubblicitario. Un'altra spiegazione va cercata nel fatto che nella costruzione delle navi da ·bat– taglia italiane armamento e stabilità erano state sacrificate alla fretta. Il piano degli "esperti" fascisti per le navi da battaglia italiane era quello di attaccare le navi francesi ed inglesi di sorpresa, affondarle e ritirarsi celermente. Era una pura assurdità, a meno che quelli non dormissero, dato che la sorpresa è diventata ormai virtualmente impossi– bile con gli aeroplani che possono perlustrare i mari a grande distanza. Gli "esperti" fascisti non hanno ancora scoperto l'esistenza e l'uso degli aeroplani. Dal momento che erano state allestite non per il combattimento ma per colpire e ritirarsi, le navi da battaglia italiane non ingaggiarono la lotta collè navi inglesi, che, costruite per il com– battimento, erano meglio armate. Vi era un'altra conseguenza dell'insufficienza della tattica di colpire e battere in ritirata. Grande spazio a bordo doveva essere riservato per il largo rifornimento di combustibile essenziale per le alte velocità, e ciò era ottenuto a spese dell'artiglieria. Ciò nonostante il combustibile veniva consumato rapidamente e le navi erano costrette a ritornare alla base ogni dodici ore per essere rifornite. Un altro errore della costruzione fu l'assegnazione di piu di un terzo dello spazio della parte emersa agli alloggiamenti degli ufficiali. Questi alloggiamenti erano posti non fra la prua e il centro, dove vi è spazio disponibile e facile accesso al ponte, ma verso la poppa dove aumentavano l'instabilità generale. Un altro errore fu di porre il ponte di comando per il fuoco troppo alto sull'albero di trinchetto. Vi era un piu ampio campo visivo, ma maggiore sensibilità al rullio della nave, e cosf aumentava la difficoltà di mettere a punto gli apparecchi di mira come il telemetro. In conclusione la flotta fascista era elegante nelle riviste come un balletto russo, ma in tempo di guerra era quasi inutile. Infine la corazza della maggior parte delle navi da battaglia era difettosa. Un uomo intelligente e di integrità morale che lavorò molti anni nell'industria metallurgica italiana scrisse nel febbraio del 1940, e cioè prima che diventassero manifeste le con– seguenze della cattiva direzione fascista: "I vari uffici governativi hanno in ciascuna azienda ispettori stabili incaricati di controllare l'intero processo di fabbricazione, dall'arrivo delle materie prime alla consegna dei prodotti finiti. Le persone incaricate di questo compito gleneralmente non sono addestrate e non hanno la piu vaga idea di quello che debbono ispezionare e come ispe– zionare. Essi sono facilmente ingannati e corrotti. Di regola, il primo passo non è fatto dall'azienda, ma dall'ispettore stesso che fa intendere che non rifiuterebbe un dono di qualsiasi genere. Il costo del presente non è molto alto: poche centinaia di lire, un 785 51 L,u,~ eca GinoBianco

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