Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

I, , Appendici La famosa crociera della squadra di Italo Balbo dall'Italia agli Stati Uniti venne eseguita superbamente. Ma il Maresciallo Balbo aveva preso il meglio dell'aeronautica. Per sei mesi interi egli addestrò i suoi uomini per questo unico volo. Gli aeroplani italiani si assicurarono alcuni campiionati mondiali di altezza, distanza e portata. Ma questi fu– rono ottenuti con aerei particolarmente selezionati. A nessuno venne in mente di uti– lizzare le lezioni apprese per l'aeronautica regolare." Il personale dell'aeronautica era addestrato malamente. La pratica della m1ra era stata troppo casuale perché l'Italia potesse permettersi di "scialacquare" l'insegnamento pratico. "L'aeronautica era basata completamente sulle conclusioni tratte dall'esperienza della guerra di Spagna. Queste conclusioni erano errate. Gli italiani allora non trovarono nei voli l'opposizione dei cannoni pesanti. Essi non incontrarono nessun reale fuoco antiaereo che fermasse i loro voli bassi. I bombardamenti che essi avevano effettuato riguardavano piu 'un'area bombardabile' che un bombardamento di precisione. La stra– tegia nella guerra di Spagna riguardava soprattutto il combattimento da caccia, nel quale i piloti italiani eccellevano, mentre oggi il volo di precisione e la buona scienza dell'artiglieria sono la regola. Piloti che andavano al combattimento per la prima volta erano sbalorditi della propria ignoranza tecnica. 'Perché non ce l'hanno detto?' lamenta– va uno di essi dopo essersi reso conto della miseria del suo allenamento. La risposta è semplice: 'Basta dire Fascismo.' La lealtà è posta sopra tutte le altre virtu fasciste: ed è sleale criticare. In Italia dagli ufficiali ci si attende che facciano ai loro superiori ardenti relazioni che sotto il Fascismo tutto va bene. Il signor Mussolini si pasceva di simili miti. Nessuno osava dirgli i fatti." Se l'aeronautica era antiquata e malamente addestrata, la difesa contraerea era semplicemente penosa. Nel 1930 un aeroplano pilotato da un antifascista venendo dalla Svizzera volò su Milano per una buona mezz'ora, gettò manifesti rivoluzionari e ritornò senza molestie alla sua base. Nel 1931 Lauro De Bosis, un giovane poeta, che aveva al sno attivo non piu di otto ore di allenamento, lasciò Marignano in Francia e volò sopra Roma una mezz'ora lanciando volantini antifascisti. Neanche questa volta la difesa antiaerea diede segni di vita. Ci si sarebbe atteso che queste due esperienze avessero mostrato ai capi fascisti la necessità di provvedimenti per migliorare il servizio. Nulla venne fatto. Subito dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini, nel corso della notte dall'll al 12 giugno 1940 aeroplani inglesi bombardarono Torino e Milano e comoda– mente tornarono alle loro basi. La difesa antiaerea non è nelle mani, dell'esercito re– golare, ma della milizia fascista. L'incaricato della difesa antiaerea di Torino nel giugno 1940 era il noto capo fascista Brandimarte. Fu lui che il 18 dicembre 1922 organizzò il massacro di ventiquattro persone a Torino; essendo stato riferito da un giornalista che la lista ufficiale dei morti ne comprendeva solo quattordici, egli rispose: "Il Po resti– tuirà i rimanenti se cosf gli piacerà." Quando gli aeroplani inglesi cominciarono a bom– bardare Torino e la popolazione si precipitava nei rifugi, non vi potré entrare perché erano stati occupati proprio da quelle camicie nere che avrebbero dovuto far funzionare i cannoni antiaerei e i riflettori. Evidentemente è piu facile organizzare l'assassinio di innocenti disarmati che proteggere una città dal bombardamento aereo. Al completo disordine delle forze armate si deve aggiungere che la maggioranza del popolo non era favorevole alla guerra. Tutti quelli, che erano in Italia nel giugno 1940 e che poi ne sono venuti via, concordano nel riferire che i giorni del collasso dèlla Francia e dell'entrata in guerra dell'Italia furono giorni di cordoglio. Ognuno nelle s~ade, nei tram, nei caffè era .f!ilenzioso. Il popolo italiano generalmente espansivo e chiacchierone, non poteva trovare altro mezzo per protestare contro la politica del dittatore che il cupo silenzio. La maggior parte degli italiani oggi appartiene alla quinta colonna che lavora contro il regime del loro paese, e questa quinta colonna è stata creata da Mussolini stesso.

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