Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Dalla non-belligeranza alla belligeranza mettere a Hitler di portare a termine l'opera sua. Questa era l'ultima occasione propizia per yn colpo fulmineo e per l'espansione territoriale a spese della Francia. E cosi la pre– belligeranza di Mussolini divenne belligeranza effettiva. Il Presidente Roosevelt defini questo intervento dell'ultimo momento come "una pugnalata alla schiena." La definizione è errata: Mussolini non promise mai la neutra– lità alla Francia o all'Inghilterra. Egli non la tradi "pugnalandola alla schiena." Egli semplicemente l'attaccò mentre era sul letto di morte. Il suo fu un assassinio codardo ma non un atto di tradimento. Se fossero stati "pugnalati alla schiena" uomini come Sir Samuel Hoare e Daladier sarebbero stati le vittime innocenti di un "traditore." La verità è che essi erano degli sciocchi disgustosi che avevano tentato di corrom– pere Mussolini e speravano che egli desse una "pugnalata alla schiena" a Hitler e non alla Francia e all'Inghilterra. Se Mussolini avesse tradito Hitler sarebbe diventato imme– diatamente il gentiluomo piu eroico del mondo nell'opinione del Ministero degli esteri inglese e del Quai d'Orsay. Mussolini scelse il Principe ereditario per il comando delle forze italiane contro la Francia. Il Principe ereditario nel suo incarico di "Ispettore generale delle armate del fronte settentrionale" doveva essere il simbolo dell'unità che non avrebbe mai dovuto rompersi tra la casa di Savoia e il fascismo. Ma mentre un generale vittorioso può di– ventare un simbolo, non è sicuro che un simbolo diventerà un generale vittorioso. Nel suo duplice ruolo di Ispettore generale e di simbolo, il "cretino nazionale" non aveva nulla da fare. Quelli che dietro di lui dovevano attendere alla bisogna erano i generali fascisti e quello che essi avevano compiuto, quando si trattava semplicemente di armare le "squadre" delle camicie nere nella guerra civile contro il popolo italiano disarmato o di affrontare in Etiopia masse male organizzate e male equipaggiate, non poteva atten– dersi da essi ora che si era in una guerra vera contro un vero esercito. Il simbolo attaccò la Francia, quando questa, sotto la pressione tedesca era in corp– pleta rotta. Egli non avanzò di un passo, salvo verso Mentone, dove sacrificò alcune brigate per conquistare pochi chilometri. I francesi furono aiutati nel loro disperato com– battimento non solo dalle Alpi ma anche dall'inefficienza dell'esercito fascista. "Quando gli alpini vennero inviati al confine francese sui freddi passi di monta·– gna, vi vennero inviati nelle uniformi di cotone kaki, quelle che avrebbero dovuto es– sere inviate in Libia. Quando le truppe libiche ebbero le loro uniformi, queste erano di pesante lana, quelle che avrebbero dovuto avere gli alpini" (Martha Brown, in Collier's 26 aprile 1941, p. 13). Molte unità dell'esercito italiano furono lasciate sulle Alpi senza viveri per giorni e giorni. L'aeronautica non era in migliori condizioni dell'esercito. Un corrispondente americano eccezionalmente ben informato, il sig. Saville R. Davis, dal 29 marzo al 17 aprile 1951 pubblicò sul Christian Science Monitor un resoconto di prima mano di quel– lo che aveva veduto, sentito e appreso durante gli anni di soggiorno in Italia. Egli descrisse le condizioni dell'aeronautica militare italiana nei termini seguenti: "I modelli degli aeroplani italiani datano dal periodo della guerra di Spagna (1936-39). Molti degli attuali apparecchi furono costruiti piu di tre anni fa. Tre anni è un'età decrepita nella moderna storia dell'aeronautica. I costruttori italiani erano con– vinti di avere i migliori aeroplani. Perciò consumarono il loro tempo nel tentativo di mantenere i loro segreti di fronte al mondo esterno. Essi ignoravano gli sviluppi rag– giunti altrove. lo so di recenti casi di ingegneri italiani addetti alla ricerca che stavano occupandosi di problemi già da tempo risolti negli Stati Uniti o in Germania e con risul– tati pubblicamente rivelati nelle riviste specializzate americane e tedesche. A queste ri– viste non si erano abbonati in Italia ed esse pertanto non cran lette. Non era patriottic:o né fascista questo comportamento. Ancora una volta la legge del partito contro l'autocri– ticismo sbarrava la porta di fronte all'efficienza tecnica. L'illusione di avere una buona aeronautica fu rafforzata da alcune imprese che resero gli italiani ·del tutto auto-assicurati. . . 781 BiblotecaGit10Bianco

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