Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici Il 16 gennaio 1940, il signor Muti, da poco nominato Segretario Generale del Par– tito fascista, ammonf gli italiani che "le tendenze verso il quietismo, verso una vita di conforto, borbottamento e pacifismo devono esser troncate con tutti i mezzi: "Non vi è alcuna utilità a baloccarsi con l'illusione di perpetuare l'attuale situazione italiana rispetto al conflitto. L'Italia fascista può trovarsi ad ogni momento di fronte al bisogno e al dovere di prendere le armi." Per timore che inglesi e francesi non avessero capito, il ministro delle Colonie, par– lando il 12 febbraio 1940 ad Addis Abeba alle camicie nere ivi stanziate disse che "tutto deve esser pronto, cosicché quando l'Italia proferirà le sue sacrosante parole al mondo, ognuno, anche se lontano dalla madre patria, possa essere preparato ad ogni rischio." Evidentemente egli si riferiva non ai rischi che le camicie nere dell'Etiopia potessero correre in attacchi alla Germania molto distante, ma piuttosto a quelli impliciti negli attacchi ai confinanti territori africani dell'Inghilterra e della Francia. Hitler e Mussolini stavano camminando sui lati opposti della strada, in attesa del momento di colpire quando si fossero uniti per un'azione comune. Solo chi fosse stato legato da un patto suicida avrebbe potuto cadere nella trappola di Mussolini. I parrucconi inglesi e francesi vivevano in un paradiso di folli. Tuttavia, per essere giusti anche con essi, si deve considerare .il fatto che essi conoscevano, come tutti gli italiani ben informati, le condizioni effettive delle forze armate italiane. Si può supporre che essi dubitassero che una disorganizzazione talmente seria, come quella dalla quale erano travagliate le forze armate italiane, potesse essere sa– nata in pochi mesi, anche con l'aiuto dei prestiti e delle materie prime francesi ed inglesi. Certo Mussolini stava immobilizzando una larga parte delle forze navali inglesi e francesi nel Mediterraneo, assicurando con ciò a Hitler una maggiore libertà d'iniziativa nel Mare del Nord. Ma anche senza le minacce di Mussoilini, gli inglesi e i francesi sa– rebbero stati costretti a tenere una forte aliquota delle loro forze nel Mediterraneo per mantenere il loro prestigio sulle popolazioni del Vicino Oriente. Al principio della primavera 1940 Mussolini cominciò a leticare con i francesi e gli inglesi. La non belligeranza dell'Italia non era piu quasi-belligeranza; essa era diventata pre-belligcranza. Tuttavia gli inglesi e i francesi credevano che Mussolini stesse solo capitalizzando sul valore della sua capacità di nuocere. Se avesse effettivamente pro– gettato di attaccarli in quel momento, non avrebbe fatto alcun scalpore, avrebbe evitato ogni frizione e avrebbe improvvisamente sferrato i suoi colpi fulminei. In febbraio lady Halifax si trovava a Roma godendosi le benedizioni della neutralità di Mussolini (New York Times, 17 febbraio 1940). Ancora il 30 aprile 1940, Sir Samuel Hoare era per– suaso che "Mussolini certissimamente sarebbe rimasto neutrale. " Ed ecco, il 23 maggio 1940, lo stesso Rei d'Italia che si credeva avrebbe impedito a Mussolini di entrare in guerra contro la Francia e l'Inghilterra, conferi a Goering la piu alta decorazione italiana, creando cosf suo cugino il tedesco. Due giorni dopo il Principe ereditario sottoscrisse un proclama alla fanteria italiana esortandola "ad essere pronta a far risonare la solenne, inesorabile cadenza dei vostri battaglioni marcianti lungo le scorciatoie dell'impero." Il maresciallo Badoglio si fece avanti nello stesso giorno e si pose al servizio di Mussolini in quell'" ora di dura e severa vigilia." Fu l'improvviso e catastrofico collasso della Francia che forzò la mano di Musso– lini e lo immerse nel conflitto prima di quanto aveva preveduto. Se la nostra supposizione è giusta, Hitler, in forza del trattato del maggio 1939, si era riservato come propria parte delle spoglie della vittoria, l'Europa Orientale, setten– trionale e centrale, dagli Urali all'Oceano Atlantico, mentre Mussolini avrebbe avuto il Mediterraneo come propria sfera d'influenza. D'altra parte, i due alleati, mentre si im– pegnavano diplomaticamente ad aiutarsi a vicenda nelle loro imprese, dovevano conqui– starsi, nella zona loro assegnata, la propria rispettiva preda territoriale con le loro proprie forze. In conseguenza, ora che la Francia era sull'orlo della completa disgrega– zione, Mussolini sarebbe rimasto a mani vuote col ritardare l'intervento militare e per- 780 BiblotecaGino Bianco

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