Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Dalla non-belligeranza alla belligeranza nere un uomo in una posizione di grande responsabilità anche dopo che l'età ha offu– scato in lui l'intelligenza. Questo fu il caso di Francescso Giuseppe, imperatore dell'Impero austro-ungarico, e questo è il caso oggi del Re d'Italia. Il Principe ereditario è anche peggio del Re. Gli ufficiali del reggimento di cui era colonnello abitualmente lo chiamavano "il cretino nazionale." Egli è un'assoluta nullità. Si è anche detto dçl Papa che abbia cercato di mantenere neutrale Mussolini. È dovere di ogni Papa di fare discorsi per la pace. Tuttavia ogni volta che ci si trova di fronte a grandi avvenimenti nazionali, del Papa non ci si cura in Italia piu di quello che si faccia in Germania o in Francia o in qualsiasi altro paese d'Europa. Le dichiarazioni del Papa Benedetto XV nel corso della guerra 1914-18 non abbreviarono il conflitto nemmeno di un giorno. Questa abile campagna di false informazioni consegui l'effetto desiderato. I Governi inglese e francese non si contentarono di lasciare solo Mussolini, ma gli fornirono materie prime e crediti. Nel Bollettino del 1° febbraio 1940 della Fondazione Carnegie per la pace si può leggere: "Gli ordinativi passati all'Italia dalla sola Inghilterra ammontano approssimativa– mente a 640.000.000 di lire per naviglio, macchine, autocarri, motori e simili. Gli ordi– nativi della Francia ammontano a piu di 320.000.000. Ambedue gli acquirenti forni– scono e permettopo all'Italia di importare materie prime, come carbone, ferro e metalli. Mussolini prende tutto questo materiale, spesso dilazionando il pagamento, e fa po– chissime consegne ai suoi clienti occidentali. Evidentemente in primo luogo si sforza di rinnovare l'armamento del suo esercito. Nessuno sa quello che farà la prossima prima– vera quando gli alleati dovrebbero cominciare a ricevere le prime importanti consegne promesse dall'Italia. Egli potrebbe facilmente, anche senza schierarsi apertamente con la Germania, promuovere frizioni diplomatiche con Parigi e Londra, al fine di posporre o anche di rifiutare la consegna delle armi ordinate e già pagate." Per essere giusti verso Mussolini, si deve ammettere che egli non ha mai promesso agli inglesi e ai francesi che sarebbe rimasto permanentemente neutrale. Nel settembre 1939, annunciò solamente che "l'Italia non avrebbe preso alcuna iniziativa nelle opera– zioni militari." Questa astensione dalle operazioni militari venne indicata come "neu– tralità." Mussolini era tanto lungi dalla neutralità che nell'ottobre 1939 le navi cisterna italiane rifornivano i sottomarini tedeschi quindici miglia al largo della costa di Miami in Florida (New York Herald Tribune, 14 e 15 ottobre 1939). Mussolini non era piu un "non-belligerante," ma un "quasi belligerante." Il giornale Resto del Carlino del 15 settembre 1939, nel prevedere che "la guerra sarebbe terminata con una vittoria tedesca," affermava che "al momento in cui il potere passerà dalle vecchie plutocrazie ai giovani Stati totalitari, Roma prenderà il posto che le spetta." Il signor Gayda, noto portavoce di Mussolini, il 21 dicembre· 1939 scrisse sul Giornale d'Italia: "L'Italia si considera prigioniera nel Mediterraneo, poiché tutte le vie d'accesso a questo mare chiuso sono nelle mani armate dell'Inghilterra. L'Italia chiede come uno dei postulati essenziali di una pace con giustizia e sicurezza una libera uscita in mare libero. L'Italia riconosce gli interessi del passaggio dell'Inghilterra nel Mediterraneo, ma. si attende che i vitali interessi italiani abbiano anche un'importanza piu grande. L'Euro– pa non tollera piu egemonie. L'Italia che dal 1919 sta aspettando una pace reale senza egemonie, le tollera ancor meno." Un altro giornalista, il sig. Ansaldo che parla per il m101stro degli Esteri, ~iano, il 12 gennaio 1940 scrisse nel giornale di Livorno, Il Telgrafo: "Nel caso di un urto con qualche grande potenza navale che è fuori del Meditep'– raneo (Inghilterra) solo un risultato finale è possibile: cioè che nessuna nazione deve na– vigare nel Mediterraneo - nel mare creato da Dio per la guerra sottomarina - contro la volontà dell'Italia." 779 Bib_loteca GinoBianco

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