Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Pio XI e la guerra etiopica tatori vi erano quattro Cardinali della Curia: i Cardinali La Puma, Salotti, Laurenti e Serafini. Se si aggiungono i Cardinali della Curia a quelli che in Italia partecipano diret– tamente o indirettamente a dimostrazioni mussoliniane durante la guerra etiopica, tro– viamo (nei giornali che abbiamo potuto consultare) che furono quindici. Avrebbero po– tutto un cos1 gran numero agire contro i desideri del Papa? Perfino la Vergine Maria, la gentile Madonna che per l'umile popolo italiano è l'incarnazione dell'amore e della misericordia materna, fu arruolata contro Hailé Selas– sié. Il 3 marzo 1936 nella chiesa di Pompei, il Patriarca Titolare di Costantinopoli celebrò la messa davanti ad un'immagine della Madonna destinata ad una chiesa del– l'Africa Orientale. "L'immagine miracolo:)a fu quindi posta su un carro, e parti per Napoli, precedu– ta da veterani, ex soldati invalidi, madri e vedove di caduti nella grande guerra, autori– tà politiche e clero. Sopra l'interminabile processione volavano sciami di aeroplani get– tando fiori e manifestini esaltanti la Vergine e la vittoria delle forze armate italiane." A Torre Annunziata il Vescovo di Nola benedisse l'immagine e la folla. A Napoli il Cardinale Arcivescovo Ascalesi montò sul carretto e dette la benedizione. L'!mmagine fu quindi portata a bordo di una nave, e posta su di un altare incorniciato dagli emble– mi fascisti. A quel che pare, la Madonna di Pompei non fu ritenuta abbastanza potente per assicurare il successo dell'impresa. Fu reclutata un'altra Madonna - la patrona di Faen– za - ed anch'essa fece veJ.a in quei giorni (6 marzo) per l'Africa Orientale.' Perché tutti gli onori non fossero profusi soltanto sul sesso gentile, una statua di S. Antonio fu benedetta a Padova (CS. 6-Ill-'36) e spedita à combattere sotto gli ordini di Badoglio. Padre Rosa nella Civiltà Cattolica del 4 aprile 1936 (p. 11) espresse il suo com– piacimento per il fatto che "tra gli allori della guerra coloniale, le angustie del presente e le trepidazioni del futuro, tra le dure sanzioni dei politici e le malfide convenzioni dei Governi" la serie di questi mali era "diventata un'occasione di bene quale l'eroismo degli eserciti e la resistenza serena del popolo concorde. Con ciò si avvererà il detto dell'Apostolo che agli amatori di Dio ogni cosa si rivolge in bene, anche il male!" Era Mussolini quello che amava Dio ed era Hailé Selassié la cosa cattiva?:2 7 Io maggio, quando le truppe italiane occuparono Addis Abeba e il Re d'Italia fu proclamato Imperatore d'Etiopia, in quasi tutte le principali chiese d'Italia furono can– tati Te Deum di ringraziamento per il trionfo delle forze armate italiane 28 - cosa che non si era verificata nel novembre 1918 per celebrare la vittoria italiana nélla prima guerra mondiale. Pio XI in persona prese parte a questa celebrazione. Nel benedire l'esposizione mon– diale della Stampa cattolica, circondato dal Corpo diplomatico accreditato presso la San– ta Sede, da ventiquattro Cardinali e da molti altri alti dignitari della Chiesa e dalla Corte papale, si rallegrò della "trionfale allegrezza di un popolo buono e grande per una pace che egli confidava sarebbe stata un potente fattore e un preludio di una vera pace in Europa e nel mondo" (12-V). Se il Papa si fosse limitato a rallegrarsi per la fine della guerra, nessuna obiezione avrebbe potuto essere sollevata contro la sua felicità. Ma che cosa avrebbe detto il mondo alla fine della prima guerra mondiale, se Benedetto XV si fosse rallegrato non solo per la fine della guerra, ma anche per la trionfale felicità dei grandi e buoni popoli delle po– tenze dell'Intesa, anche se avesse attribuito loro il desiderio di una vera pace?· Sarebbe stato ingiusto tenere responsabile per uso di gas tossici nella guerra etiopica il popolo italiano, che non aveva voce in capitolo né in tema di guerra né in tema di pace. .Ma 27 BINCHY, p. 646, si duole che gli scrittori di "Civiltà Cattolica" "non facessero alcun tentativo per imitare l'olimpico distacco" di Padre Rosa. Quale distacco? 21 MG., 5-V. In un solo numero del CS. (8-V-36) sono ricordati Te Deum e discorsi del Cardinale Ascalesi, del Vescovo di Trieste, dell'Arcivescovo di Ancona e del Cardinale di Torino. 761 BiblotecaGino Bianco

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