Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici Il 15 gennaio 1936, l'Osservatore Romano venne avanti con una brillante idea. Si sarebbe dovuta mandare una commissione in Africa Orientale a studiare la situazione. Non era forse stata mandata una commissione in Manciuria in occasione del conflitto tra Giappone e Cina? "Evidentemente, data la difficoltà· dell'indagine, la commissione d'in– chiesta non avrebbe potuto finire il suo lavoro in breve tempo e le sue conclusu.oni non avrebbero potuto avere valore decisivo." Ma mentre si svolgevano le indagini, la Socie– tà delle Nazioni non avrebbe dovuto "intensificare" le sanzioni, e quindi non si sareb– be piu parlato dell'embargo sul petrolio. Questa proposta l'aveva fatta fare Mussolini a Ginevra due giorni prima (v. sopra, p. 586). L'arrivo di Flandin al Quai d'Orsay fu considerato con favore dall'Osservatore Ro– mano (27-1-36): i sentimenti di Flandin erano ben noti e la sua attività nel campo del riavvicinamento franco-italiano poteva facilitare la collaborazione di Mussolini; il mo– mento era di nuovo favorevole alla conciliazione data la nuova situazione militare in Abissinia. 24 A questo punto la Civiltà Cattolica pubblicò nel numero del 1° febbraio 1936 un articolo di Padre Messineo intitolato "Annessione territoriale nella tradizione cattolica." Quel primo prodotto della scienza politica gesuitica fu seguito, fino al 20 marzo 1937, da una processione di altri quindici' articoli che si proponevano di riassumere le opi– nioni cattoliche sull'annessione, sui bisogni essenziali, sullo spazio vitale, sull'eccesso di popolazione e argomenti affini. A questo punto bisogna di nuovo ricordare che le dottrine politiche astratte acquistano significato ed importanza secondo il momento e l'ambiente in cui vengono sviluppate. Inoltre, nel suo articolo finale, dedicato a "Emigrazione è di– ritto di espansione" Padre Messineo si occupò in modo speciale del problema della so– vrapopolazione italiana, accettando tutte le tesi fasciste su quel punto. Perché non avreb– bero dovuto i fascisti considerare Padre Messineo come uno dei loro luminari ? 251 Il 23 febbraio 1936, poche settimane dopo la prima schiacciante vittoria di Bado– glio e mentre tutti fuori d'Italia erano scandalizzati dall'uso dei gas tossici, il Cardinale Pacelli (oggi Papa Pio XII) pronunciò un'arrin~a sul "Sacro destino di Roma." Comin– ciando con l'apologia del Sommo Pontefice, del Re e di Mussolini, prosegu1 annun– ciando che Roma aveva una bandiera, la bandiera della croce; Roma aveva un metodo di governo, le dottrine morali di Cristo; Roma dava al mondo l'esempio di concordia tra Chiesa e Stato; da Roma venivano le parole di vita che incitavano a "sacre con– quiste." "Nessuna città sorpasserà mai il destino di Roma" (Osservatore Romano, 24, 25-11-'36). La grandezza di Roma, esaltata dal Cardinale Pacelli, era una grandezza "religiosa." Le conquiste di Roma erano conquiste "religiose." L'oratore non disse una parola sulla guerra etiopica. Ma che cosa avrebbe pensato il mondo se durante la prima guerra mondiale il Segretario di Stato di Benedetto XV fosse andato a Vienna e vi avesse pronunciato un discorso in cui, dopo aver reso omaggio all'Imperatore e al suo ministro degli Esteri, avesse esaltato le gesta e i destini "religiosi" dell'Austria cattolica? Se Benedetto XV avesse protestato che il suo Segretario di Stato aveva voluto allude– re soltanto alle gesta "religiose" dell'Austria, sarebbe stato deriso. Ciò che è piu deplo– revole nell'arringa di Pacelli è l'ipocrita pretesa di trattare questioni "religiose" men– tre tutti capivano i presupposti "politici" del suo "religioso entusiasmo. 26 Fra gli ascol- 24 Binchy ignora questo e il precedente documento della "neutralità" papale. 25 Binchy afferma che alcuni fascisti di sua conoscenza lo rimandarono a quegli articoli co– me a quelli che contenevano "una completa giustificazione morale dell'azione dell'Italia." Binchy è d'avviso che i risultati delle fatiche di Padre Messineo "non illuminano molto, ma neppure sono molto confortanti per i fascisti." Il punto non è se Padre Messineo riuscisse a illuminare Binchy, e se i suoi argomenti fossero confortanti per i fascisti secondo l'opinione del Binchy. Il punto è se i fascisti li considerassero confortanti - ed essi li ritenevano tali. Lo stesso Binchy riconosce che gli articoli di Padre Messineo erano "un indice delle concessioni che la grande rivista dei Gesuiti era stata costretta a fare al clima fascista" (State and Church, p. 647). Poteva la grande rivista dei Gesuiti essere dissociata dalla Curia papale? Ed era costretta forse dai fascisti a pubblicare gli articoli di Padre Messineo? 26 Né Toynbee né Binchy hanno alcuna informazione su questo documento di neutralità papale. 760 Biblo'tecaGinoBiarco

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