Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Preludio alla seconda guerra mondiale Nazioni, né il suo Patto. Per lord Curzon, ministro degli Esteri britannico dal 1920 al 1924, la Società non era che una "celia." Per monsieur Berthelot, molti anni segretario permanente degli Esteri francese, era una "grottesca beffa." Lord Balfour affermò (17 giugno 1920) che la Società avrebbe potuto essere distrutta qualora fosse stata sovraccaricata di compiti che non era adatta ad adempiere: e i compiti che non era adatta ad adempiere erano precisamente quelli che il Patto della Società le aveva affidato: la prevenzione della guerra tra le nazioni. Quell'affermazione di Balfour signi– ficava che il Governo britannico non prendeva sul serio gl'impegni che ave– va fatto mostra di assumere quando aveva firmato il Patto. 1 Il Patto della Società fu il frutto di un compromesso tra due opposte correnti di pensiero: da un lato l'opinione pubblica c;leipaesi civili, dall'al– tro le prevenzioni dei diplomatici, capi militari e politicanti. Se il principio di soppiantare la legge della forza con la legge della ragione fosse stato applicato, la Società avrebbe dovuto avere due funzioni complementari ed indissolubili: obbligare i governi a rispettare i trattati vigenti, e al tempo stesso promuoverne la revisione quando se ne manifestasse il bisogno. I trat– tati di pace del 1919 non potevano essere perfetti; gli uomini che li avevano preparati non erano infallibili; qualunque persona al loro posto avrebbe fattq degli errori; la Società avrebbe dovQto essere il tramite attraverso il quale questi errori si sarebbero corretti. Ma i trattati dovevano essere ri– spettati finché non fossero stati riveduti. All'una e all'altra esigenza avreb– bero dovuto rispondere gli art. 10 e 19 del Patto. In virtu dell'art. 10, i membri della Società "s'impegnavano a rispettare e a difendere contro una aggressione esterna l'integrità territoriale e l'indipendenza politica di tutti i membri della Società." L'art. 19 disponeva che l'Assemblea della Società "potesse, di quando in quando, consigliare i membri della Società a riesa- · minare i trattati che fossero diventati inapplicabili, ed esaminare. condizioni internazionali la cui continuazione potesse mettere in pericolo la pace del mondo." Ma quest'articolo non conteneva nessun obbligo. L'Assemblea della Società poteva "consigliare" i vari associati a riesaminare i trattati, ma essi non erano impegnati a dar retta a nessun consiglio. Avevano il diritto di ri– spondere che non vedevano il bisogno di nessuna revisione. L'esame di tutte le altre disposizioni del Patto porterebbe alla stessa con– clusione:· cioè che la Società era un'associazione di governi che promettevano di rispettare certi principi, ma si riservavano il diritto di non rispettarli af– fatto. Le disposizioni del Patto erano simili a quel comandamento di Mosè, che proibisce di desiderare la donna altrui. Segretario Generale della Società, dal suo inizio al 1932, fu sir Eric Drummond (piu tardi lord Perth). Prima di assumere quell'ufficio, era stato 1 LoRD CECIL; A Great Experiment, pp. 145-46, afferma che i Conservatori inglesi conside– ravano la Società delle Nazioni "come una specie di escrescenza, cui si doveva accuratamente im– pedire di avere troppa influenza sulla nostra politica estera. Per essi Ginevra era uno strano luogo nel quale vi era una macchina di nuovo genere per rendere possibile agli stranieri di in– fluenzare o anche controllare la nostra azione internazionale." 52 Bibloteca Gino Bianco

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