Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Pio XI e la gue"a etiopica Non era detto - ma il lettore non poteva per conto proprio arrivare ad una con– clusione diversa - che gli aeroplani da guerra di Mussolini avrebbero posto fine all'i– solamento copto e spianata la via alle benedizioni della civiltà cattoli<::a. 17 La rivista dei Gesuiti non si limitò alle ricerche storiche. In un articolo anonimo, ,che apparve nel numero del 2 novembre, l'autore non osò ·invocare la legittima difesa in favore di Mussolini, dato il colossale spiegamento di forze del 2 ottobre; ma si dif– fuse sul bisogno di espansione che aveva spinto l'Italia all'a guerra. Questo bisogno - secondo la rivista dei Gesuiti - pur nori dando origine ad alcun "diritto basato sulla stretta giustizia," era un fatto che doveva esser preso in considerazione, come il Papa aveva detto nel discorso alle infermiere - se non dal punto di vista della giustizia, certo "con equità, carità e specialmente prudenza." "La stretta giustizia nelle que– stioni umane può qualche volta determinare mali peggiori" spingendo .una nazione "alla disperazione" (Mussolini proprio in quei giorni minacciava il finimondo). Seguen– do scrupolosamente le orme del Papa, l'articolo chiese di nuovo che "le speranze, le esigenze e i bisogni del popolo italiano" di quel "grange e buon popolo" fossero ri– conosciuti "con giustizia e pace" senza guerra - come se Italia ed Etiopia non fosse– ro già in guerra da un mese intero. I nostri fratelli inglesi cattolici dovrebbero spe– cialmente nelle attuali circostanze "collaborare a quest'opera di equità, carità e pru– denza." I Gesuiti invocavano anch~ l'aiuto dei loro fratelli cattolici francesi; il loro mani– festo (v. sopra, p. 746) invocando "giustizia e pace" esprimeva eccellenti princip1 astratti, ma, sarebbe stato bene che "venissero a qualcosa di piu specifico." La Socie– tà delle Nazioni avrebbe agito secondo giustizia e saggezza, se avesse affidato all'Italia un mandato sull'Etiopia, perché l'Italia "non aveva alcun mandato, mentre altre na– zioni ne avevano parecchi." "Chiediamo ai nostri fratelli cattolici francesi e inglesi . b 1 ,, una comprens10ne enevo a. Quest'articolo deve aver provocato numerose proteste anche tra i cattolici. Nel numero del 16 novembre (p. 226) la rivista dichiarò che l'anonimo articolo conteneva ''le opinioni e riflessioni personali di studiosi" e non "l'espressione ufficiale o semi-uffi– ciale di un pensiero molto elevato." Avrebbero questi "studiosi" espresso opinioni che non coincidessero col "pensiero molto elevato"? Padre Rosa protestò nel numero del 7 dicembre (p. 365) contro i comu01st1, i .~ quali "andavano dicendo in base a relazioni false" che la Civiltà Cattolica, "giornale vicino al Vaticano" chiedeva un "protettorato" italiano sull'Abissinia e da questo ricavavano la conclusione che "il Papa appoggiasse la causa del fascismo." Padre Rosa aveva ragione. L'articolo anonimo aveva chiesto un "mandato" e non un "protettorato." Quanto all'illazione che negava l'imparzialità del Papa, Padre Rosa dichiarò che Sua Santità non si era allontanato "menomamente" dalla "perfetta imparzialità verso tutti i belligeranti." Beninteso che non aveva risparmiato nessuno sforzo per indurli a cer- care "una pace giusta e durevole." Prima della guerra, aveva cercato di impedirla, e do- po che la guerra era cominciata aveva tentato di ridurne il piu possibile la durata e l'estensione, tenendo il conflitto entro i confini limitati di una guerra coloniale in- vece di lasciare che esso si trasformasse in una conflagrazione mondiale ancora piu terribile. Questo era l'argomento che gli amici del Duce usavano in quel periodo: Mussolini deve ottenere una pace duratura altrimenti scatenerà una guerra mondiale. La rivista voleva che Hailé Selassié inghiottisse le domande di Mussolini - in nome della pace. Se Padre Rosa, che si riteneva avesse tendenze antifasciste, pensava a que– sto modo, quanta neutralità effettiva si poteva aspettarsi dai suoi fratelli filofascisti? Ùurante la guerra italo-etiopica del 1895-96, la Civilt?JCattolica, nel numero del 21 dicembre 1895 scrisse: "Se gli abissini difendono il loro paese e la loro indipendenza contro gl'invasori, non si vede con quale diritto costoro vogliono impossessarsi di una parte del territo– rio e ridutre il resto in schiavitu. Quale diritto abbiamo a reclamare il Tigré? Si può 17 Toynbee e Binchy ignorano questi articolt. 753 49 I L oteca Gino Bianco

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