Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici partecipare al segnale di mobilitazione." Queste "particolari ragioni" devono essere state le particolari ragioni di Pio XI. Se egli - il vescovo di Roma - non avesse dato il suo consenso, le campane non avrebbero suonato nella diocesi di Roma. Quelle "parti– colari ragioni" furono meglio spiegate dall'Arcivescovo Hinsley in Uni11erse, 18-X-35. Era vero che "campane di Roma e di altre parti à'Italia fuono suonate per l'adunata" (avrebbe dovuto dire "le campane di Roma e df, tutta ltaHa"). Ma "i fascisti possono requisire le campane delle Chiese e molte altre cose, ed io ho testimonianze attendibili che le campane delle Chiese furono fatte suonare (se [!] e quando [!] furono fatte suonare) per forza." Nel marzo 1915, mentre il contrasto in Italia tra coloro che favorivano e coloro eh~ avversavano l'intervento italiano nella prima guerra mondiale si faceva sempre piu violento, Benedetto XV ordinò che in tutte le chiese fossero innalzate preghiere per la pace, concedendo indulgenza a tutti coloro che si recassero alla confessione e alla comunione e pregassero per la pace, davanti al Santo Sacramento. Durante tutta la guerra la neutralità papale suscitò lo sdegno di Mussolini: "La neutralità di Benedet– to XV sta uccidendo Dio nel cuore di milioni di uomini ..." egli scriveva nel PI. 17-III-18. "Egli non si cura dell'umanità." In nessuna fase della guerra italo-etiopica nel 1935-36 la neutralità di Pio XI si rese degna dello sdegno di Mussolini. Il tredicesimo anniversario della marcia su Roma, 28 ottobre, cadeva quell'anno di lunedi. Per non costringere banche e negozi a restar chiusi due giorni consecutivi, il Partito fascista ordinò che banche e negozi restassero aperti la domenica precedente. Il Concordato del 1929 rendeva obbligatoria l'osservanza delle feste religiose cattoliche. Pio XI non era uomo da prendere alla leggera un'infrazione qualsiasi del Concordato, e protestò contro quel "grande delitto," "proclamazione di pubblico ateismo"; "la profanazione del sacro Giorno è uno dei peccati che piu attraggono su di noi la colle– ra di Dio" (27 ottobre). Anche l'anniversario della vittoria dell'Italia nella prima guer– ra mondiale cadeva di luned1, 4 novembre, e il Partito fascista decise di nuovo che la domenica precedente dovesse essere giornata lavorativa. Pio XI presentò una regolar~ pro– testa diplomatica. Non aveva trovato una parola di biasimo per la rivoluzione di ogni forma di moralità internazionale. Ma guai a chi s'immischiava nel calendario. Mus– solini annullò quell'ordine. Cos1 gl'italiani si godettero due giorni di vacanza - 3 e 4 novembre - invece di uno. Dal 7 settembre al 16 dicembre Pio XI mantenne un rigoroso silenzio. Altri fa– cevano conoscere la loro opinione. Subito dopo l'inizio delle operazioni militari, la Civiltà Cattolica, nel numero del 19 ottobre, pubblicò un sommario della storia reli– giosa d'Etiopia. L'Etiopia fiori quando in essa fiori la Chiesa cattolica. L'Etiopia de– cadde nell'ignoranza e nella corruzione dottrinale e morale quando lo scisma copto la isolò dalla Chiesa di Roma. L'Etiopia oggi era in una condizione peggiore di trecento, cinquecento, mille anni prima. I doni d'intelligenza e di cuore del popolo etiopico era– no stati "resi sterili e pervertiti da un migliaio d'anni di schiavitu sotto lo scisma copto." "Possa essa rinascere a nuova vita di vera civiltà, scuotere il giogo della schia– vitu e rompere per sempre le sue catene." Il primo articolo fu seguito da altri nei nu– meri del 7 e del 21 dicembre. Anche questi articoli dipingevano a vivaci colori la degra-' dazione sociale e morale degli abissini derivante dal fatto che gli abissini si erano staccati dalla Chiesa di Roma nell'anno 400 dopo Cristo per non piu tornare all'ovile. I Padri Gesuiti venivano alle seguenti conclusioni: "Questo è il Cristianesimo degli abissini, ridotto ad una larva, anzi ad un mo– struoso miscuglio, dallo scisma e dalla lontananza dal centro della Cattolicità, la piu remota per l'Abissinia che per altri popoli cristiani. È logico dedurre che non si può risollevare religiosamente, moralmente e, per conseguenza, anche civilmente, da tanta abiezione un popolo, se non per la via contraria; il ritorno alla Chiesa Cattolica" (21-XII, pp. 486-7). 752 Bibl e GinoBianco

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