Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici lità con simili metodi, il frate agostm1ano Agostino Gemelli, ,Rettore dell'Università Cattolica di Milano (controllata direttamente dalla Santa Sede), era attivo propagandista della guerra etiopica. La rivista mensile Vita e Pensiero, pubblicata dalla sua Università, appoggiò con entusiasmo la politica di Mussolini. Questo non avrebbe potuto accadere senza il consenso di Pio XI. Inoltre durante la primavera e l'estate del 1935 furono tenute conferenze dioce– sane, congressi eucaristici, assemblee dell'Azione Cattolica e riunioni di studenti cattolici, a cui assistevano membri dell'episcopato. All'apertura, o alla chiusura di queste adunate vi erano dichiarazioni di fedeltà a Mussolini. Mentre il Consiglio della Società delle Na– zioni discuteva la questione italo-etiopica a Ginevra, fu tenuto a Teramo un Congresso eucaristico nazionale a cui assisterono un Legato pontificio, diciannove arcivescovi e cinquantasette vescovi. Alla seduta inaugurale il Congresso votò per acclamazione un messaggio a Mussolini in cui l'"Italia cattolica" pregava per la "sempre crescente grandezza dell'amata madrepatria, resa piu unita dal vostro Governo." Non una parola - almeno nelle relazioni a stampa - sulla questione etiopica. Eppure era presente! Che cosa potevano significare dichiarazioni di fedeltà, fatte in quel momento se non volontà di seguire il Duce anche nella guerra? 9 Queste nunioni si tenevano sotto l'egida dell'Azione Cattolica. Il Concordato del 1929 aveva posto l'Azione Cattolica sotto la direzione del Papa. Il suo presidente, desi– gnato dal Papa, non avrebbe mai preso iniziativa contro la volontà del Papa e del suo Segretario di Stato. Se tali erano i frutti della neutralità papale, quali •sarebbero ~tati i frutti della parzialità? Proprio in quei giorni l'Arcivescovo di Westminster, in una lettera al Times di Londra (7-IX-35) ricordò al pubblico britannico che Inghilterra e Francia si erano fatte la parte del leone in Africa, e invocò una revisione ed estensione del sistema dei man– dati: "Credo di aver ragione nel pensare che Pio XI desideri 1tma tutela delle nazioni civili sulle razze arretrate." Questo era né piu né meno di quanto Mussolini seguitava a ripetere. L'Arcivescovo scese ,'in campo per _appoggiare Mussolini proprio nel momento in cui la Società delle Nazioni discuteva il problema. In quegli stessi giorni (5-8 settembre) si riuni a Roma un pellegrinaggio interna– zionale dì 15.000 cattolici ex combattenti di sedici paesi, organizzato - proprio in quel momento psicologico - dai "Pretes Anciens Combattents" francesi. C'erano fra di loro 10.000 preti. (Chi pagava il conto?) Partendo dal ·Colosseo i pellegrini sfilarono per via dell'Impero, e andarono a rendere omaggio al Milite Ignoto; assisterono ad una messa, durante la quale un prelato, che era ispettore generale dei "Balilla," rivolse loro un .discorso, 10 e furono ricevuti dal Papa. Il Papa disse anche a loro ch'egli pregava per la pace: "Questo è un particolare ed essenziale dovere senza il quale è impossibile concepire un Papa." Ma insieme con la pace egli desiderava che "ie speranze, le esigenze e '.i bisogni di un popolo grande e buono, il suo popolo 'fossero' riconosciuti, soddisfatti e assicurati, ma con giustizia e pace." Proprio il giorno prima, il Cons'iglio della Società delle Nazioni aveva formato un Comitato per cercare una soluzione pacifica del problema. Per Pio XI quel Comitato era come un arcobaleno che appare all'orizzonte. Egli ringraziò Dio per questo e con– tinuò a pregare per la pace. 11 9 Toynbee e Binchy ignorano questi documenti di neutralità papale. Toynbee ricorda (II, 202) un appello in favore della pace mandato da Pio XI al Congresso Eucaristico d'America, paese lontano dalla zona del pericolo, mentre il suo vicino immediato si disponeva ad entrare in guerra. 10 "Civiltà Cattolica," 21 settembre 1935, p. 637. 11 BINCHY, State and Churcb, p. 641 ci somministra il seguente commento: "Checché si possa pensare dei metodi che questa grande e buona nazione stava proprio allora impiegando per sopraffare gli abissini e le Potenze della Società, è certo sommamente ingiusto accusare il Papa d'incoraggiare la bellicosità fascista." Lo spirito del dr. Binchy rinuncia completamente alla logica appena spunta la responsabilità personale di Pio XI. Toynbee (II, 102) afferma che il Papa espres– se il desiderio che le speranze i bisogni e i desideri del popolo italiano fossero assicurati con giu– stizia e pace. Ma il lettore non viene informato che il Papa parlava proprio mentre Mussolini non 750 BiblotecaGino Bianco

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