Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici. da esercitare in Abissinia." L'Osm-vatore Romano, che non manca mai di protestare quando vengono attribuite al Papa opinioni discutibili, questa volta non sollevò obiezioni. 6 Un mese piu tardi, quando Mussolini aveva respinto ogni compromesso, proprio mentre l'esercito italiano inscenava grandi manovre in Alto Adige, si riunf a Roma un congresso di 2000 infermiere cattoliche (chi ne pagava le spese?). Pio XI le ricevette (27 agosto) e le esortò a pregare che la guerra potesse essere evitata: "Il solo pensiero della guerra ci fa rabbrividire." Chi doveva risparmiargli quet brividi? Mussolini o Hailé Selassié? La Sibilla lasciò questo punto avvolto nel mistero. Poi il Papa abbordò il problema dei rapporti italo-etiopici. Per capire le sue parole bisogna tener presente la tesi di Mussolini, che affermava di essere costretto da Hailé Selassié ad una guerra di legittima difesa, e annunziava che quella guerra aveva anche lo scopo di aprire i necessari sbocchi alla crescente popolazione italiana e alle sue attività economiche, e che nulla era piu ingiusto che bollare quella guerra con la qualifica di guerra di aggressione. Pio XI nel suo discorso osservò che "all'estero'" si parlava di "una guerra di aggres– sione e conquista." Ma il Papa rifiutava di prestar fede a queste voci: "Questa è una supposizione, sulla quale non vogliamo neppure fermare il nostro pensiero. Una guerra, che fosse puramente di conquista, sarebbe davvero una guerra ingiusta. È una cosa che va al di là dell'immaginazione, una cosa mostruosamente triste e orribile. Non possiamo contemplare una simile possibilità. La scartiamo delibe– ratamente. Non crediamo, non vogliamo credere ad una guerra ingiusta." Che cosa intendeva dire esattamente il' Papa? Riteneva che Mussolini fosse incapace di un cos( abominevole delitto, e .quindi che se entrava in guerra, sarebbe stato per una causa giusta e non per una guerra di conquista? La Sibilla parlava sempre in termini enigmatici. Ed ecco che dietro alla maschera della Sibilla comparve la faccia di Mussolini. Ii Santo Padre si sentf in dovere di esporre il punto di vista di Mussolini: "Si dice Jn Italia che la guerra sarebbe una guerra giusta, perché assicurerebbe i confini contro una continua minaccia, una guerra nece~saria per l'espansione di una popolazione crescente." Il Papa aggiunse: "Una guerra intrapresa per difendere un paese o per procurargli la sicuezza materiale, una guerra di questo genere ha in sé la propria giustificazione." Aggiunse tuttavia che "se il bisogno di espansione è un fatto che va tenuto in considerazione, il diritto di difesa ha limiti che non devono essere superati; altrimenti la difesa si mette dalla parte del torto." Dunque Pio XI sanzionava non solo una guerra di legittima difesa, ma anche una guerra per l'espansione di una popolazione crescente. Il Papa sperava che si arrivasse ad una soluzione di tutte le difficoltà con mezzi diversi dalla guerra. Il problema era difficile, ma non era insuperabile. "Questa possibilità dev'essere studiata." Mussolini aveva scartato ogni metodo all'infuori della guerra. Quest'elemento della situa:ziione era essenziale per dare un giudizio. Il Santo Padre lo ignorò. Era "neutrale.'' La conclusione di tutta quella meditazione si trovava nelle seguenti parole: "'Comunque [un altro terribile 'comµnque' · che voleva dire 'anche se Mussolini entrava in guerra'] comunque, preghiamo Dio che appoggi gli sforzi degli uomini lun– gimiranti che sanno ciò che occorre per la vera felicità dei popoli e per la giustizia 6 TOYNBEE (II, 101) si astiene dall'osservare che il decreto di Pio XI su Giustino de Jaco– bis avrebbe potuto essere rimandato a momento piu opportuno; trascura la parola rivelatrice "co– munque" pronunciata mentre Mussolini ostentatamente preparava la guerra; e riduce il discorso di Pio XI alle sole parole in cui il Papa espresse la speranza che "nulla sarebbe accaduto che non fosse in armonia con la verità, la giustizia e la carità" Il dr. Binchy nel suo State and Church ignora completamente questo episodio. 7 Il ·testo originale francese dice "à l'étranger," la traduzione ufficiale italiana dice "all'e• stero." L'espressione "all'estero" rivelò, in un baleno, che per Pio XI il mondo era diviso in due campi: Italia ed "estero"; la Città del Vaticano non era piu al centro di quella che pretendeva di essere un'organizzazione internazionale, la Chiesa cattolica. Era diventata parte dell'Italia. 748 I BiblotecaGino Biànco

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