Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Pio Xl e la guerra etiopicq Era lasciata ai cattolici italiani la scelta tra S. Agostino e un "cavilloso e insidioso av– vocato." Quanto al risultato dell'arbitrato, l'organo ufficioso del Vaticano "comprendeva il linguaggio della stampa italiana che era unanimemente scettico." "Il conflitto non riguarda solo riparazioni ma s'inquadra in un piano di coloniz– zazione, valutabile con criteri diversi da quelli che possono guidare nella composizione di una controversia. "L'Italia quindi non attende nulla da Ginevra, mentre prosegue con alacrità la preparazione militare e l'invio di truppe e materiali nell'Africa Orientale." Era questa neutralità o connivenza ? 5 Nei primi mesi della prima guerra mondiale, l'Unità Cattolica di Firenze, un quo– tidiano sussidiato dal Vaticano, dichiarò nel numero del 5 novembre 1914: "Se l'Italia dichiarasse la guerra, i Cattolici vi andrebbero senza entusiasmo, senza energia, senz-a la spavalderia di coloro che possono gridare: 'Dio è dalla nostra parte.' Andrebbero come vittime al macello." Tutti i giornali cattolici e tutti gli uomini in vista nel mo– vimento cattolico in Italia cercarono d'impedire che il Governo entrasse in guerra contro la Germania e l'Austria. La differenza tra il 1914 e il 1935 è evidente. Nel luglio 1935 le autorità vaticane si ricordarono che un Padre Giustino de Jacobjs aveva predicato la fede cattolica in Abissinia dal 1838 al 1860 e vi era mor'to di morte naturale. Pio XI senti proprio allora il bisogno di proclamare il "valore mo– rale" di quel "grande italiano." La proclamazione del "valore morale" è il primo gradino nella carriera ultra-mondana di coloro che hanno operato miracoli dopo la morte. Il passo successivo è la beatificazione e il terzo e piu alto è la santificazione. Padre Giustino non deve avere compiuto molti miracoli, se dovettero passare settantacinque anni dalla sua morte prima che Pio XI gli facesse fare il primo passo verso la santifi– cazione. Quale significato avrebbe assunto la canonizzazione di Giovanna d'Arco, se Be– nedetto XV avesse scelto proprio gli anni della prima guerra mondiale per canonizzarla? Pio XI per attestare il valore morale del frate avebbe potuto aspettare tempi piu tran– quilli, quando la cerimonia non avrebbe potuto essere considerata da nessuno come un mezzo di "guerra psicologica" al servizio di Mussolini. Durante questa cerimonia (28 luglio) l'Abissinia fece finalmente la sua comparsa. Il Santo Padre osservò che c'erano delle nubi nel cielo dell'Abissinia. Ma lui "sperava, sperava sempre nella pace di Cristo, nel Regno di Cristo"; "comunque speriamo che non si farà nulla che non sia conforme alla verità, alla giustizia e alla carità." Usata in l 1 " " . 'fi 1 "S . 1 " questo contesto, a paro a comunque poteva s1gm care so o: e scoppia a guerra. Dunque, se scoppiava la guerra, Pio XI sperava nella verità, nella giustizia e nella carità. L'Agenzia Reuter commentò quel discorso nei seguenti termini: "Non c'è dubbio che la dichiarazione sarà accolta favorevolmente nei circoli poli– tici italiani. Si aveva l'idea che il Papa, il quale ha fatto spesso le phi energiche di– chiarazioni in favore de!la pace e contro la guerra, potesse pronunciarsi riguardo alla controversia italo-abissina in modo non favorevole alla politica del Governo italiano. Ora si ha la sensazione che questo non accadrà. Ci si rende conto che, dal punto di vista della diffusione del Vangelo, la Chiesa cattolica sarebbe lieta se le fosse possibile esten– dere la sua influenza in Abissinia. Finora la Chiesa romana non è riuscita a far molta . 1 ,, pres.a ID que paese. Secondo il Daily Telegraph (29-VII) le parole di Pio XI erano interpretate a Roma "quale prova ch'egli non era sfavorevole al punto di vista italiano nella controversia. Le ~ue espressioni sembrava indicassero che egli credeva che l'Italia avesse una missione 5 Binchy ignora gli articoli pubblicati dall'Osservatore Romano il 24 febbraio (v. sopra p. 744) e il 23 luglio 1935, e deplora che la Civiltà Cattolica "non emulasse la neutralità dell'or– gano ufficioso della Santa Sede" (p. 646). 747 Bib~otecaGjno Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=