Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici Uno dei collaboratori della Civiltà Cattolica, Padre Rosa, che, nel 1931, durante la controversia tra Pio XI e Mussolini, aveva dato .prova di eccezionale coraggio con– dannando il dittatore, trovò commenti entusiastici per l'allocuzione di Pio XI ( Civiltà Cattolica, 20-IV-35), condannando "coloro che, essendo in grado d'impedire la guerra o di respingerla, la provocano e la cercano per vana temerità, ambizione,, interesse o chi sa quale altra travolgente passione." Gli antifascisti avrebbero potuto facilmente credere che Padre Rosa condannasse Mussolini. E i fascisti potevano credere con uguale fa– çilità che si trattasse di Hailé Selassié. Padre Rosa aggiungeva che solo chi era co– stretto a dichiarare od accettare la guerra quale ultima misura di difesa o quale estremo ed inevitabile strumento di salvezza - e solo dopo aver tentato ogni altro mezzo per evitarla o respingerla (arbitrato, esami di esperti ecc.) - poteva sostenere di non volere la guerra. Solo quando ogni tentativo di persu;asione o di pacifica solu– zione fosse stato reso vano dalla male fede dell'aggressore, diventava diritto anzi dovere della parte lesa insorgere in propria difesa e cercare riparazione. Non è da escl~– dere che Padre Rosa nei piu segreti recessi della sua coscienza pensasse che il colpevole era non a Roma ma ad Addis Abeba, o viceversa. Ma altri Padri Gesuiti che scrivevano per Civiltà Cattolica, riproducevano nelle loro cronache tutti gli argomenti del Governo italiano senza dare al lettore neppure il piu lieve indizio di dubbio o di disaccordo. 3 Il 15 giugno, 5000 uomini provenienti da tutte le parti d'Italia, che avevano com– battuto durante la prima guerra mondiale nel corpo dei cos( detti "Granatieri," si riunirono a Roma per una di quelle dimostrazioni di massa che il partito fascista inscenava per provocare spirito guerriero negli italiani. Pio XI concesse loro un'udienza, celebrò la messa in loro presenza e dopo avere ricordato loro che la parola "granatieri" voleva dire "lanciatori di granate" e che_ "recentemente," cioè nella guerra 1915-1918, essi "avevano dato brillanti prove del loro valore," li esortò "a distinguersi ulterior– mente in tutti i sentieri della vita." Poiché molti di quegli uomini sapevano che sareb– bero stati presto mandati contro gli etiopici, essi potevano solo concludere che il Papa sperava che essi dessero· di nuovo "brillanti prove del loro valore" nell'imminente guerra. 4 Il pieno significato di certi discorsi va misurato non solo in base alle parole che contengono, ma anche tenendo conto delle occasioni ~n cui vengono pronunciati; e delle preoccupazioni che assillano la mente di coloro a cui sono rivolti. Il 24 luglio l'Osservatore Rom'tlno pubblicò ciò che l'Agenzia Reuter defin1 un arti– colo "significativo." Esso voleva essere una presentazione imparziale di entrambi i punti di vista, italiano e~ etiopico, come si conveniva all'organo ufficiale di un'organizzazione, quale la Santa Sede, che pretende di tenersi al di sopra degl'interessi nazionali. La pre– sentazione del punto di vista italiano culminava nelle seguenti affermazioni: "Gli Stati colonizzatori hanno sempre dovuto scegliere fra due metodi: conquista o negoziati. Ma la scelta non è mai stata dubbia, sicché a maggior ragione si può dire delle colonie ciò che S. Agostino diceva degli Stati: si fondano con la forza." Quanto al punto di vista etiopico, l'organo ufficioso del Vaticano accettò l'opinione che il Negus, cercando di "trasferire la controversia dal campo militare a quello giu– diziario" parlava non come un barbaro, ma come "un cavilloso e insidioso avvocato." cano la guerra" e "si domandava se Mussolini conoscesse abbastanza bene la Bibbia per poter completare la citazione." Poiché Mussolini non si era mai dedicato alla lettura della Bibbia, gli occhi di Sua Santità non potevano scintillare al pensiero che le parole da lui omesse dicessero qualche cosa al buon amico. 3 Dr. BrNCHY, State and Church, p. 646: "Nella cronaca contemporanea annessa ad ogni nu– mero, la Civiltà Cattolica riassumeva gli avvenimenti della precedente quindicina con una evidente prevenzione in favore della causa italiana." Secondo il dr. Binchy, p. 645, "criteri del Papato han– no attribuito un significato alquanto esagerato all'atteggiamento dell'importante organo gesuita." Tuttavia il dr. Binchy deve riconoscere che "i supposti stretti contatti di quell'organo col Vati– cano hanno sempre prodotto la tendenza ad attribuire un particolare grado di autorità alle sue opinioni." 4 Tanto Toynbee quanto Binchy trascurano questo documento di "neutralità" papale. 746 BiblotecaGir:,oBianco

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