Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Pio Xl e la guerra etiopica umana," una "azione colonizzatrice delle razze piu evolute e progredite... fondata su basi e princip1 di alta moralità e pervasa di un sentimento vero d'amore, di pace e di fratellanza": "Nessun popolo, nessuna razza della terra ha il diritto o la possibilità di vivere in un isolamento che equivarrebbe al suiicidio... - Le grandi ricchezze materiali che Iddio ha largamente profuso sulla terra... debbono esser poste a disposizione di tutti né debbono piu oltre giacere in uno stato di perfetto abbandono restando cosi quasi total– mente improduttive per i popoli che le detengono e per il mondo intero... Si impone oggi il concetto largamente diffuso e attuato della collaborazione leale e concorde fra le razze: tra i dominatori e i dominati ... Le masse indigene in generale sembrano assai soddisfatte delle nuova condizione a del nuovo stato loro apportato od imposto dall'opera e dalla pacifica penetrazione di elementi piu evoluti, e piu largamente forniti di strumenti e di mezzi. Sentono, sia pure lentamente, i benefici immensi che la civiltà apporta ... La co– lonizzazione... strettamente legata alla espansione demografica... non dovrà esser consi– derata come problema di esclusivo impiego di pura forza; ma sarà sempre e principal– mente un problema di pacifica penetrazione ... Per questo, solo per questo, noi ne sen– tiamo la straordinaria bellezza e siamo conquistati dal suo intenso ed inesauribile fa- • Il scmo. Lo scrittore non faceva espressamente allusione agli avvenimenti m corso. Ma faceva propri in pieno gli argomenti usati dalla "propaganda" fascista per giustificare la guerra contro l'Etiopia: il bisogno di aprire sbocchi alla sovrabbondante popolazione italiana; l'obbligo dell'Etiopia di non lasciare senza sfruttamento la sua supposta ricchezza; il dovere di sostituire alla barbarie la civiltà; e cosf via. Lo scrittore arrivava fino ad ammettere che la colonizzazione avrebbe potuto essere "imposta" con la forza; la forza, "quando non fosse usata escludendo la penetrazione pacifica" era un mezzo per indurre gl'indigeni a sentire "per quanto lentamente" i benefici della civiltà. L'articolo era firmato con l'iniziale "C." Se esso fosse stato pubblicato in qualsiasi altro giornale, la responsabilità ne sarebbe stata attribuita soltanto all'autore. Ma l'Osser– vatore Romano non è stato mai un organo di libere discussioni. Non ha mai ammesso alcuna deviazione dalle opinioni del Vaticano. Pubblicato in quel momento, l'articolo permetteva a chiunque di concludere che il Vaticano avrebbe considerata legittima la guerra contro l'Etiopia. Il 1° aprile 1935 Pio XI deplorò che l'orizzonte fosse "oscurato da nubi minac– ciose e solcato da sinistri bagliori"; nella loro profonda costernazione, i popoli del mondo si rivolgevano al Papa "per chiedere luce, conforto e speranza." Il Papa, rispon– dendo a questo filiale appello, dichiarò che "qualora i popoli del mondo avessero ripreso le armi gli uni contro gli altri, qualora il sangue dei fratelli fosse stato di nuovo versato, questo sarebbe stato un delitto cosf enorme, una manifestazione di barbarie cosf pazzesca che lui la considerava assolutamente impossibile": "Non possiamo persuaderci che coloro che dovrebbero avere a cuore la prosperità e il benessere dei popoli, desiderino spingere alla strage, alla rovina e allo sterminio non solo la propria nazione, ma una gran parte dell'umanità.· Tuttavia, se qualcuno osasse commette un delitto cosf nefando, allora non potremmo far altro che pronunciare di nuovo con cuore accasciato la preghiera 'Disperdi le nazioni che cercano la guerra'" (Osservatore Romano 1-2-IV-'35). Intendeva finalmente parlare di Mussolini? La Sibilla continuava a parlare con indovinelli "neutrali. " 2 2 Un redattore della rivista "America" (21-IX-35) scopri nella Bibbia che il testo "Disperdi le nazioni che cercano la guerra" è seguito dalle parole "Verranno a:nbasciatori dall'Egitto; l'Etio– pia tenderà le mani a Dio." Il redattore afferrò quest'ultima frase con gioia, e si figurò gli occhi di Sua Santità in atto di "ammiccare leggermente" quando diceva "Disperdi le nazioni che cer- 745 BiblotecaGino Bianco

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