Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici Come può, allora, un generale di quel genere pretendere di essere il supremo direttore di coscienza per quegli ufficiali e quei soldati? . Il Pilot, organo ufficiale dell'Arcivescovo di Boston (Mass.), nel numero del 9 novembre 1935, addusse due ulteriori argomenti: "1. Rumorosi ciarloni si sono fatta la loro opinione sul caso. Possono bene insiste– re che non ce n'è altra. Ma con tutta la 'loro violenza, la verità è che in questo caso ragione e torto sono inestricabilmente mescolati." I "rumorosi ciarloni" erano i rappresentanti dei 50 Governi che, nell'Assemblea del– la Società delle Nazioni, avevano condannato Mussolini quale aggressore. Il solo ad avere dubbi, nell'argomento, salvo Mussolini era l'Arcivescovo di Boston. "2. Quando dicono che desiderano il verdetto di un tribunale imparziale costoro mentono. Questa è una parola grossa. Ma è la sola adatta all'occasione. Le nazioni ac– cettano il nostro Santo Padre se prende le loro parti, ma lo insultano e lo ripudiano quando si assume il compito sgradito di giudice onesto tra uomini esaltati e dominati dalle passioni e i loro intenti. Quel che vogliono è un avvocato e non un arbitro." Nessun giudice ha mai rifiutato di compiere il suo dovere di giudice per il fatto che una delle parti - o 'tutte le parti - sono dominate dalle passioni e sperano van– taggi per i propri interessi. Il giudice' ha un ufficio da compiere. Deve compierlo, oppure dare le dimissioni. Comunque, è proprio vero che Pio XI durante il conflitto! italo-etiopico si mantenne neutrale, non solo dal punto di vista militare, ma anche dal punto di vista morale? Se ne stette davvero zitto? Guardiamo ai fatti. La Civiltà cattolica, pubblicata in Roma dai Padri Gesuiti sotto gli occhi del Papa e del suo Segretario di Stato, raccontò l'incidente di Ual-Ual nei seguenti termini: "Un gruppo di abissini armati attaccò il 5 dicembre la nostra guarnigione indigena presso i pozzi di Ual-Ual, nella Somalia [ta/,iana" (5 gennaio 1935, p. 35). Con quella sola parola "Italiana" candidamente collegata alla parola "Somalia" i Padri Gesuiti decisero senz'altro la controversia in favore di Mussolini. Parlando al Collegio dei Cardinali, il 24 dicembre 1934, Pio XI "invocò la pace, benedisse la pace, pregò per la pace." "Se mai dovesse esservi qualcuno che, per un attacco di mania omicida, preferisse davvero la guerra alla pace, allora abbiamo un'altra preghiera che diventa nostro do– vere esprimere. Dovremmo dire al Signore benedetto: 'Disperdi le nazioni che cercano la guerra.'" Chi aveva in mente Pio XI? Era forse Hitler, il quale nel novembre 1934 aveva de– nunciato le clausole del Trattato di Versailles che proibivano il riarmo della Germania? Era il Giappone, che nell'Estremo Oriente stava occupando da quattro anni territori cinesi? Erano i Governi di Parigi e di Mosca, che negoziavano allora un'alleanza sulla quale Hitler diceva che "accerchiava" la Germania? Era Mussolini, che rifiutava di sottoporre l'incidente di Ual-Ual all'arbitrato? Era Hailé Selassié, che chiedeva un giu– dizio arbitrale? Ognuno era libero di passare l'allusione al proprio vicino. Gli antichi Greci avevano l'oracolo di Delfo. Gli antichi Romani la Sibilla Cumana. Tanto l'oracolo quanto la Sibilla parlavano in termini cos1 ambigui che le loro affermazioni erano sempre valide, qualunque cosa accadesse. Pio XI parlò in modo che ciascuno poteva attribuire a sé la ragione e al suo nemico il torto. Pio XI non avrebbe potuto essere piu neutrale di cosL Il 24 febbraio, dopo che Mussolini aveva cominciato a raccogliere migliaia di soldati da mandare in A&ica Orientale, il quotidiano ufficiale del Vaticano, Osservatore Romano, pubblicò sotto il titolo "L'idea colonizzatrice" un articolo per insegnare che la colonizzazione dev'essere considerata oggi quale una manifestazione di "solidarietà 744 Biblvte~a Gino Bianco

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