Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici A dire la verità i Papi parteciparono alle guerre finché ebbero un peso militare nell'equilibrio internazionale delle forze. La neutralità papale non diventò abitudine prima del secolo decimosettimo, e assunse forma di dottrina sistematica soltanto durante le guerre napoleoniche. Inoltre bisogna distinguere tra neutralità militare e neutralità morale. La dottrina canonica attribuisce al Papa il diritto di essere giudice su tutti i governanti. Nell'art. 24 del Trattato del 1929 con Mussolini, pur dichiarando che la Santa Sede "sarebbe rimasta al di fuori di ogni competizione territoriale tra Stati," Pio XI si riservò esplicitamente il diritto pontificale "di far sentire l'autorità della protesta morale e spirituale." Al diritto non può non corrispondere il dovere di far sentire quell'autorità, che "pastore e maestro" in princip1 morali e discipline morali è colui che non appena si trova di fronte ad una crisi internazionale, in cui siano in gioco non solo questioni militari, ma anche morali, si dichiara -neutrale, non solo sul terreno militare, ma anche su quello morale, e si chiude nel silenzio? L'Arcivescovo cattolico di Westminster {Inghilterra), mons. Hinsley, cercò di dimostrare, nell'Universe del 18 ottobre 1935, che la neutralità del Papa era non solo necessaria, ma anche giusta. Ecco i suoi argomenti. "1. Pio XI è un debole vecchio, che ha solo una piccola forza di polizia per di– fendersi, e per difendere gl'inestimabili tesori del Vaticano, e per proteggere quello Stato in miniatura, che gli assicura la indipendenza a lui dovuta nell'esercizio del di– ritto e dovere universale d'istruire e guidare i seguaci di tutte le razze." Quest'argomento sarebbe stato appropriato se al Papa si fosse domandato di parte– cipare alle operazioni militari. In realtà quel ch'egli avrebbe dovuto fare, era precisa– mente esercitare "il suo universale diritto e dovere d'istruire e guidare i seguaci di tutte le razze." ; I i "2. Può egli (il Papa) denunciare una potenza v1cma - una potenza alla quale tutto obbedisce e fornita con tutti i moderni strumenti di forza?" 'Pio XI non esitò mai a denunciare la potenza viéina, quando a suo parere la posta in gioco lo meritava. Nel 1931 quando leticò con Mussolini sui diritti dell'Azione Cat– tolica, sfidò la "potenza vicina," fece contrabbandare fuori dalla Città del Vaticano una enciclica contro Mussolini, e la fece pubblicare in tutto il mondo. Se Mussolini avesse usato valenza contro Pio XI nel 1935, tutto il mondo si sarebbe rivoltato contro di lui, "L'esilio o la prigionia del Pontefice sarebbero stati il primo atto in una gara tra il potere spirituale e il potere temporale, gara che sarebbe finita presto o tardi con la capitolazione o con la morte del Romagnolo che era succeduto nel secolo ventesimo agli Enrichi e Federichi del medioevo." (ToYNBEEII, 103). Avrebbe osato Mussolini provocare una simile crisi mentre lo assillavano tante altre difficoltà? "3. Se egli (il Papa) denuncerà il suo vicino quale violatore di trattati e brigante, metterà un grave peso sulla coscienza di quegli ita1ian'i, i quali credono che quel vicino h . ,, a ragione. La missione del Papa dovrebb'essere precisamente quella di mettere un grave peso sulla coscienza dei fedeli quando costoro partecipano ad una cattiva azione. Questo dovere diventa piu evidente quando avviene un grande scandalo quale la guerra etiopica. "4. Quando è in gioco la morale, come per questo caso, e per qualsiasi guerra che metta in gioco la morale, il Papa ha il diritto e il dovere di definire la legge per mettere in guardia coloro a cui la legge si applica. La Società delle Nazioni avrebbe potuto da mesi indicare la persona a cui la legge si applicava. Ma solo una settimana dopo l'aggressione decise chi era che meritava la condanna. Prima che la Società Bibloféta Gino Bia~co

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