Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Pio Xl e le minoranze nazionali dovuto seguire una linea di condotta eroica, ma presentare questo atteggiamento come se fosse un dovere del Papa è fantastico; il dovere del Papa era di proteggere gl'intere5si generali della Chiesa nel modo che gli sembrasse migliore. 11 Questi argomenti fanno piu onore al prof. Binchy quale avvocato difensore che quale storico indipendente. Argomento 1). Se questo argomento fosse valido, gli scrittori cattolici dovrebbero rinunziare alla dottrina secondo cui la Santa Sede è custode della giustizia in tutti i rapporti umani. Il diritto degli uomini a non essere snazionalizzati per forza, è altrettanto sacro quanto il diritto a non essere costretti a cambiare religione per forza. Inoltre il prof. Binchy trova comodo dimenticare che per snazionalizzare i sudditi non italiani, il Governo fascista violava il loro diritto a ricevere l'insegnamento religioso nella propria lingua: e questo era un diritto consacrato dalle leggi canoniche, di cui Pio XI non poteva fare, ma fece getto. Argomento 2). Quanto piu nebulosa era la politica fascista, tanto piu Pio XI aveva il dovere di mantenere chiara la linea di confine fra il diritto delle popolazioni a rice– vere l'istruzione religiosa nella lingua materna, e le altre questioni nelle quali la Santa Sede non aveva alcun interesse. Lo stesso prof. Binchy afferma che "ci sono certi diritti, che la Chiesa ha sempre sostenuto essere di natura puramente religiosa, e che essa ha sempre reclamato per le minoranze nazionali in ogni paese; questi diritti si riferiscono in primo luogo all'uso della lingua materna quale lingua d'istruzione religiosa e di assi– stenza religiosa" (p. 546). Difese Pio XI questo diritto religioso? Questa, e questa sola è la questione. Argomento 3). Non c'è alcun motivo di credere che Pio XI non fosse profonda– mente conscio dei suoi obblighi. Ma esegui questi obblighi? Questo è il punto. Argomento 4). Questo è il nocciolo della questione. Che cosa fece Pio XI per pro– teggere i diritti religiosi dei tedeschi e degli slavi? Il prof. Binchy cita i seguenti fatti: a) L'intervento del Papa in favore del Vescovo di Bressanone nel 1923 (vedi p. 470). b) Nel 1926 "il clero di lingua tedesca pregò il Santo Padre d'intervenire di nuovo come aveva fatto nel 1923 "; "non fu mai pubblicata una risposta a ql,lest'appello, ma pare che sia stato detto privatamente ai firmatari che il Papa era impotente ad aiutarli" (p. 552); e) Nel negoziare gli accordi lateranensi, il Vaticano "sostenne una dura (?) lotta per assicurare almeno i diritti linguistici delle minoranze in materia religiosa" (p. 558; vedi p. 484); ma l'art. 22 del Concordato "rappresentò un compromesso in cui lo Stato fascista ottenne molto piu di quanto concedesse" (p. 559): "l'osservatore imparziale ammetterà che il Vaticano fece quel che poteva" (p. 560). Neppure il prof. Binchy deve essere pienamente persuaso da questi argomenti. Perciò dichiara che "si può anche presumere con sicurezza che ci siano stati altri interventi che, essendo stati fatti per via privata o diplomatica, non poterono essere rivelati" (p. 545). Nessun giudice pronuncerebbe una sentenza in base a ciò che si potrebbe presumere senza nessuna prova. Argomento 5). Questo c'indurrebbe a pensare che il male minore o maggiore di– penda non dalla gravità del male in sé, ma dal numero delle persone che ne sono colpite: il male minore colpisce il numero minore, e il male maggiore colpisce il nu– mero maggiore. Sarebbe qualche cosa di simile al metodo del suffragio universale appli– cato alla soluzione di problemi morali. Il Papa, seguendo i metodi dell'umana politica e convenienza, si regolerebbe disturbando il minor numero possibile di persone. In real– tà, Pio XI non segui questa procedura nel 1927 quando sostenne contro Mussolini il diritto del clero in Italia di controllare l'educazione della gioventu; nel 1929 quando leticò con Mussolini sull'interpretazione del Concordato; nel 1931 quando leticò sui diritti e privilegi dell'Azione Cattolica in Italia; nell'ottobre 1935, quando il Governo fascista violò la legge ecclesiastica che regola l'osservanza del riposo festivo; nel 1938, quando il Governo fascista violò un articolo del Concordato relativo al matrimonio. In tutti questi casi Pio XI non si preoccupò se la sua protesta avrebbe provocato una frat– tura fra Chiesa e Stato e un conseguente peggioramento nella situazione religiosa della maggioranza. Argomento 6). Questo è un argomento decisivo per un cattolico, il cui dovere è 731 BiblotecaGino Bianco

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