Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici a dimettersi, ma aveva rifiutato. Alla fine di settembre, subito dopo la riconciliazione, ricevette dal visitatore l'ordine espresso di dimettersi. Prima di obbedire, domandò ga– ranzie sui criteri, con cui sarebbe stata fatta la nomina del successore, e solo dopo che queste garanzie gli furono date, scrisse la lettera del 3 novembre, nella quale ringraziava, è vero, il Papa di avere accettato le sue dimissioni, ma ricordava anche a quali condi– zioni egli si era dimesso. Pio XI non aveva mantenuto la parola, e aveva nominato quale Amministratore apostolico un prete notoriamente fascistofìlo. Il giornale tedesco sfidò l'Osservatore Romano a pubblicare l'intero testo della lettera. La Politika di Belgrado (17-III-1932) ripeté le rivelazioni della Kolnische Zeitung, e domandò all'organo ufficiale del Vaticano perché si astenesse con tanta tenacia dallo spiegare le ragioni che avevano indotto Pio XI ad affidare la diocesi di Gorizia, non ad un sacerdote neutrale, ma ad uno notoriamente slavofobo, sacrificando cosf ai fascisti i diritti religiosi della numerosa popolazione slava. L'Osservato,·e Romano tacque dignitosamente per un certo tempo. Finalmente, il 3 aprile si decise a rispondere non alla Kolnische Zeitung, ma a Politika, guardandosi bene dal pubblicare la lettera di monsignor Sedej, e continuando a nascondere le ra– gioni per cui Pio XI aveva affidato la diocesi di Gorizia ad un prete fascista. Non riprodusse né i fatti né gli argomenti addotti dall'altra, parte, cosf che il lettore non poté comprendere la questione che si discuteva. Affermò che !'"indegna pubblicazione" del giornale di Belgrado "attribuiva alla Santa Sede non solo fatti ed accordi del tutto in– ventati, ma altresf propositi ed intenzioni altamente offensivi per quel sentimento di giustizia e di vera carità con cui la Santa Sede abbraccia tutti i p0poli cattolici"; il Nunzio Apostolico a Belgrado aveva presentato al Governo jugoslavo una protesta contro le affermazioni fatte da Politika "confutandone le false e ingiuste insinuazioni" in una "ben motivata nota"; e il Governo di Belgrado aveva espresso il suo rammarico per il contegno del giornale serbo. 9 Ma la ben motivata nota del Nunzio Apostolico rimase inedita. La situazione del clero slavo nella Venezia Giulia diventò molto piu difficile dopo che Mussolini fu ricevuto ufficialmente in Vaticano 1'11 febbraio 1932, e la stampa fa– scista celebrò la "piena armonia di vedute" fra Pio XI e Mussolini. Il questore della Provincia di Pola chiamò i preti slavi nel suo ufficio e pretese che smettessero di pre– dicare e d'impartire l'istruzione religiosa in slavo; chi avesse disobbedito sarebbe stato posto sotto vigilanza speciale o inviato al confino. Cosi i vescovi furono sostituiti ai que– stori nel sorvegliare il clero. Nel Corriere della Sera troviamo questo gioiello cl.i -informazione cattolico-fascista: "Trieste, 5 luglio notte. Nei pressi di Visnada (Istria) ha avuto luogo, solenne– mente, la cerimonia della presa di possesso della parrocchia di Caste11ier da parte del nuovo Parroco Dott. Luigi Brandolise. Alla cerimonia hanno assistito numerose autorità provinciali. È da notare che questo è il primo parroco italiano di Castellier dopo una serie ininterrotta di preti slavi. Don Brandolise, rispondendo agli omaggi dei rappre– sentanti delle autorità, ha dichiarato che, quale cattolico e italiano, adempirà scrupolo– samente a tutti i suoi doveri di sacerdote e di buon cittadino" (6-VII-1933). Quando venne il momento di nominare un nuovo arcivescovo per la diocesi di Gorizia, Pio XI scelse monsignor Carlo Margotti. Un solo fatto basta a dimostrare la forma mentale di quest'uomo. Nell'agosto 1936, in una circolare emanata per invitare i fedeli a partecipare ad un pellegrinaggio a Roma in omaggio a Pio XI, annunciò loro che se fossero andati "ai piedi di Pio XI," sarebbero tornati a casa "altrettanto romani che Gesu Cristo." Non aveva mai osservato che se Gesu Cristo fosse stato suddito di Roma come gli slavi della Venezia Giulia, sarebbe stato crocifisso come loro. Nell'ot– tobre 1936 questo sant'uomo ricevette da "Roma," cioè del Governo fascista, una delle 9 Br~CHY, State and Church, p. 565, n. 3, avrebbe potuto insistere un po' piu su questo punto, anche a costo di scoprire qualche macchia nel ritratto di Pio XI. 726 BiblotecaGino Bianco

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