Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici azioni antitaliane ... Anche nei comuni dove la popolazione è per metà italiana, costituita da soldati, impiegati, maestranze e ferrovieri, le funzioni e le prediche sono tenut~ in lingua slava... La propaganda viene sviluppata anche nella gestione delle biblioteche, nella istruzione dei cori slavi e nell'insegnamento scolastico privato e nelle congrega– zioni religiose delle Figlie di Maria e delle Figlie di S. Ermacora. Migliaia di copie del Calendario della Società di S. Ermacora 1931 sono state diffuse tra i giovani e seque– strate poi dalle nostre autorità, nella parrocchia di S. Giovanni e a Zaule. Alle Noghere, ad Ospo, a Stramare, un prete si vanta e celebra il martirio di un suo fratello che è stato condannato per comunismo dal Tribunale Speciale. Cattinara e Basovizza hanno un parroco che è superbo di diffondere pubblicazioni slave ricevute da oltre confine e migliaia di esemplari di un libretto slavo dal titolo: 'La madre insegna a pregare al bambino'" (11-IV-1931). Quando al vescovo Sain successe nella diocesi di Fiume mons. Santin (1933), le cose andarono peggio per il clero croato. Nel marzo 1934 il nuovo Vescovo ottenne dal Papa una dichiarazione nel senso che "l'istruzione religiosa è un problema che dev'essere considerato dal punto di vista sovrannaturale e non da quello nazionalista" - mo– do alquanto nebuloso di affermare che a Dio non importava che si parlasse italiano o croato: era una faccenda nazionalistica e non sovrannaturale. Il 1° novembre 1936 il vescovo Santin emanò la seguente circolare, che dimostra come il clero inferiore resistesse alla politica d'"italianizzazione" e a quali profondità di degradazione intellettuale e morale possa scendere un vescovo: "Al venerabile Clero della Diocesi. Ripetutamente a voce e in iscritto abbiamo richiamato il Ven. Clero della Diocesi alla necessità di usare la lingua latina nella Sacra Liturgia. Ognuno conosce quali siano le precise disposizioni della S. Sede e i Nostri Ordini in materia. Abbiamo lasciato lungo tempo a disposizione per il cambiamento, abbiamo prolungato il tempo concesso, abbia– mo usato ogni pazienza, ma abbiamo anche chiaramente fatto capire, che l'ordine, che era grave -ed obbligava gravemente in coscienza, doveva ad ogni costo essere adempiuto. ·-Ciò· nonos.tante purtroppo non tutti obbedirono alle disposizioni date. Tale fatto ci riempie di dolore e di preoccupazione. Non comprendiamo come sacerdoti, che ogni giorno offrono nel Divin Sacrificio Colui che fu obbediente fino alla morte sulla Croce, sacerdoti che hanno solennemente promesso obbedienza alla Chiesa e al Vescovo possano agire in questa maniera. E come possono con tranquilla coscienza presentarsi davanti al Signore. Fortunatamente sembrano essere pochi questi figli che con tale pervicace disobbedienza ci danno tanta tristezza e mantengono in diocesi motivi di divisione. Ad ogni modo consapevoli della Nostra grave responsabilità, dopo di aver consi– derato ·ogni cosa davanti a Dio, abbiamo deciso di porre fine a tale indisciplinatezza con il seguente decreto: Stabiliamo che siano sospesi a divinis ipso fatto tutti i sacerdoti che nella Nostra diocesi adopereranno altra lingua che non sia la latina; 1) nella celebrazione della S. Messa sia bassa che cantata, salvo il canto dell'E– pistola e dell'Evangelo che può essere fatto anche in volgare, dopo che furono cantati in latino nelle parrocchie dove vige già questo uso; 2) nell'amministrazione di tutti i Sacramenti, salvo quanto è previsto per le do– mande e le preghiere del battesimo e la domanda del matrimonio; 3) nelle preghiere liturgiche, che si fanno nei funerali e negli uffici dei defunti; 4) nel canto del Pange lingua e dell'Oremus che sono obbligatori in tutte le benedizioni eucaristiche solenni e non solenni. Restano pure sospesi come sopra i rettori di Chiese, .che permettono che nelle Messe cantate il coro risponda o canti le parti fisse in altra lingua che non sia la latina. Data la gravità della sanzione abbiamo creduto, a scanso di confusioni, di appli– carla alle funzioni piu comuni, impregiudicati la lettera e lo spirito dei Nostri Decreti riguardanti la lingua liturgica. 724 BiblotecaGino Bianco

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