Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Pio Xl e le minoranze nazionali "Può darsi che questa strana e scurrile campagna contro le autorità italiane, le au– torità legittime entro i confini dello Stato italiano, abbia l'approvazione del Governo di Belgrado. Ma avrà essa lo stesso valore agli occhi del Vaticano? Si dovrebbe escluderlo a priori. In ogni modo l'avvenire rivelerà in qual modo la Santa Sede giudichi queste iniziative, di evidente carattere politico, del capo di una grande Diocesi in un mo– mento cosi delicato per la pace d'Europa." Il Corriere Padano (10-III-1931) scrisse: "Il buon senso vieta di credere Ghe a una tale manifestazione antiitaliana ci possa essere un ordine partito dal Vaticano." ( Corriere Padano, 10-III-1931). Un altro giornale chiese: "Che fa il Vaticano? È stato forse preso alla sprovvista? Può esso restare sull'Olimpo di una finta indifferenza neutrale?" (S. 22-III-1931). Il Corriere. Padano chiese: "E che fa il Vaticano?" (22-III-1931). "Che il Vaticano trovasse l'incidente estremamente imbarazzante è reso evidente dal silenzio ininterrottamente mantenuto dall'Osservatore. Romano per tutto il periodo di tensione. " 7 I fascisti non rimasero in silenzio. Ecco quanto ebbe a dire il Corriere della Sera: "Codesti ministri del culto si credono tuttora investiti di una missione supplemen– tare, oltre a quella ben determinata dell'esercizio del ministero spirituale, la missione cioè di curare nel gregge loro affidato la strenua conservazione dell'unità di razza; entro i confini di una grande Nazione cattolica, della Nazione che ospita il Pontefice e ha fatto il concordato, il clero della Venezia Giulia svolge un'attività extra-sacerdotale che contrasta con le leggi dello Stato. Come altrimenti, se non illegittima, si dovrebbe definire la pertinacia di certi preti che, a distanza di tredici anni dall'avvento dell'Ita– lia, continuano a recitare le preghiere in sloveno, a predicare in sloveno, a leggere il Vangelo in sloveno? Ma c'è di piu. Il parroco è obbligato per legge a insegnare il cate– chismo nell~ scuole: qui non è ammessa altra lingua che non sia l'italiana. Sta bene? Ma che cosa fanno nella maggior parte questi sacerdoti? Convocano i bambini in chiesa e in sagrestia per un supplemento di lezioni: e in questa non solo insegnano la dottrina in sloveno, ma tengono piccoli corsi di lingua slovena, fornendo persino sillabari e grammatiche. Ma c'è anche di piu. Ecco qua un parroco che proibisce ai bambini di salutare alla romana, ecco là un altro che interdisce l'ingresso in chiesa ai Balilla e alle Piccole Italiane in uniforme: poi c'è quello che indice funzioni in una chiesa fuori del– l'abitato perché la popolazione abbia il pretesto da assentarsi dal .Comune in occasione di una celebrazione patriottica: infine c'è quello che all'indomani del processo di Trieste convoca i fedeli per una messa in suffragio dell'anima di "quattro innocenti." Richiesto dal maresciallo dei carabinieri sul nome dei suddetti innocenti il parroco ~i rifiuta di dare spiegazioni, non essendo, dice, tenuto a fornirle. Chi può ritenere, per esempio che rientrino nelle mansioni strettamente spirituali di un ministro del culto la diffusione di giornali sloveni; la raccolta clandestina di abbonamento ai medesimi, la larga e conti– nua di~pensa di pubblicazioni in lingua non italiana?" (CS. 7-IV-1931). Il Giornale d'Italia insisté sui seguenti punti: "Da una inchiesta obiettiva e accurata... è risultata... l'azione antinazionale del clero slavo nella Venezia Giulia. Questa azione sistematica, condotta con zelo costante, si sviluppa sempre nell'ambito della chiesa, sia nelle celebrazioni in lingua slava tenute nelle parrocchie, sia con le prediche, i cori, le conferenze e la divulgazione di· pubbli– cazioni slave nelle case dei contadini. Mentre le organizzazioni giovanili create dal Par– tito lungo la zona del confine giuliano sono state modellate secondo 10 spirito fascista e il sentimento della nostra scuola, i preti slavi nelle sacrestie e nelle parrocchie di campagna, lontano da ogni controllo, compiono sistematicamente sull'infanzia ignara, 7 BINCHY, State and Church, p. 564. 723 BiblotecaGino Bianco

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