Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici l'ideale, il desiderabile; l'" ipotesi," cioè il reale, il possibile, la triste necessità. Fra due mali bisogna scegliere il male minore ed evitare il male maggiore. Ma vi può essere sempre un male, che sia maggiore di un altro; eppoi il male che voi volete evitare non è ancora accaduto e le sue proporzioni possono sempre essere esagerate. Per con– seguenza voi potete sottomettervi al male presente e visibile per proteggervi da un male maggiore e ignoto, se non trovate nella vostra coscienza morale un punto fermo che v'impedisca di scivolare all'infinito di concessione in concessione. Nella coscienza mo– rale di Pio XI, pare che il male massimo, a cui gli ripugnava trovarsi di fronte, fosse il manganello di Mussolini. I cattolici tedeschi e slavi aspettarono, dunque, invano che Pio XI si facesse vivo per deplorare quel che avveniva nelle chiese dell'Alto Adige e della Venezia Giulia. In una conversazione col cardinale Pifil, arcivescovo di Vienna, nel marzo 1928, il Papa "riferendosi all'Alto Adige, dichiarò di esser~ dolorosamente turbato dal rim– provero che gli veniva fatto dai cattolici tedeschi e austriaci di non essere intervenuto in favore dell'insegnamento religioso nella lingua materna." "Il Papa," rifed il Cardinale, "ha sostenuto che ciò che ha potuto fare l'ha fatto. Egli è un padre che pensa a tutti i suori figli, e prima degli altri, a quelli che soffrono. 'Ma dite ai vostri cattolici che Noi non siamo liberi e che i rapporti tr•a la Santa Sede e l'Italia sono esattamente gli stessi che al 21 settembre 1870. ·Anche per l'avve .. nire, Noi faremo ciò che ci sarà possibile di fare, e Noi pregheremo. Ma c'è da temere che nuovi sforzi da parte nostra non servano che ad aggravare la situazione, anziché a migliorarla. " 2 Anche Pio IX e Leone XIII avevano pregato dopo che gl'italiani avevano occu– pato Roma nel settembre 1870; ma non si erano l'imitati a pregare: avevano anche protestato senza domandarsi se avrebbero o no aggravato la situazione. Nel marzo 1928, quando parlava col cardinale Piffi, Pio XI era da un anno e mezzo in trattative con Mussolini per "mettere su nuove basi i rapporti fra la Santa Sede e l'Italia." Perc'iò "i rapporti fra la Santa Sede e l'Italia" non erano "esattamente gli stessi che al 21 set– tembre 1870." Se è vero che chi dice bugie va all'inferno, Pio XI dev'essere oggi all'inferno. Il principe-vescovo di Trento, monsignor Endrici, non annunciò neanche che pre– gava per la popolazione tedesca. Restò muto, e fece ciò che poté per facilitare il com– pito delle autorità fasciste. 3 Nel 1929 dopo conclusi gli accordi lateranensi, quando arrivò il giubileo d'argento di monsignor Endrici nell'episcopato, il Papa elevò la sede di Trento ad Arcivèscovado. Imponenti celebrazioni del nuovo arcivescovo e della sua "italianità" fur'?no fatte dai fascisti. Il fascista padre Gemelli, Rettore dell'Università cattolica di Milano, venne per partecipare ai festeggiamenti con un sermone "in tutto e per tutto degno delI'occasione. " 4 La tragedia fu maggiore per la popolazione e per il clero di lingua slava. Il 23 maggio 1925, ad un congresso fascista' in Istria, il fiduciario fascista fece la seguente dichiarazione: "II fascismo ha soltanto tre cardini - Dio, Patria e Famiglia. Il fascismo è qurn– di religioso e protettore della religione... Ci sono tuttavia qui certi preti, che non sono italiani, o quanto meno non comprendono che cosa significhi essere italiani. Insistono ostinatamente che è opportuno che le funzioni ecclesiastiche siano celebrate in lingua slava. Noi, d'altra parte, sosteniamo che in Italia si può pregare solo in italiano (il cor– sivo è mio). I ministri della Chiesa in queste regioni non possono essere se non di na– zionalità italiana ... Noi non possiamo permettere ia nessuno di usare l'abito ecclesiastico quale scudo per una politica pericolosa e contraria allo spirito del nostro paese, del nostro regime e del fascismo." 2 Relazione pubblicata nei giornali cattolici austriaci del 24 marzo 1928, ma ignorata dal– l'"Osservatore Romano," organo del Vaticano. 3 BINCHY, State and Church, p. 561. 4 BINCHY, State and Church, pp. 554-55. 720 BiblotecaGino Bianco

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