Gaetano Salvemini - Preludio alla Seconda guerra mondiale

Appendici poterono pagare gli italiani con moneta propria, sorpassarono la ferocia fascista in proporzioni spaventose. L'abisso invocava l'abisso. L'abolizione dei diritti personali e politici, l'abolizione delle autonomie locali; la riduzione delle elezioni nazionali a ignobili farse, la mancanza d'imparzialità nella amministrazione della giustizia, il dispotismo della polizia, il regno del terrore contro le persone sospette, l'eccesso di tasse i cui proventi erano sprecati in opere pubbliche spesso inutili, lo sperpero delle proprietà comunali ecc. - questi erano in Italia i fatti generali e non flagelli speciali delle minoranze nazionali. Ma chi fuori d'Italia pro– testava contro il trattamento riservato ai tedeschi dell'Alto Adige e agli slavi della Vene– zia Giulia, si asteneva di regola scrupolosamente dal fare il minimo cenno al fatto che la dominazione fascista gravava sull'intera popolazione italiana e non sulle sole mino– ranze. La maggioranza non contavia. NoTA. - Mentre correggo le note di stampa di questo libro leggo quanto scri– veva Carlo Galli nel 1918 sui circa 450 mila slavi della Venezia Giulia che sarebbero stati inclusi entro il nuovo confine italiano. Il problema era "grosso" ma era solubile; "come assicurai e promisi ai capi slavi, che vidi nel gennaio 1915, occorre dare ogni libertà culturale, religiosa, linguistica, ecc. Né turbarsi eccessivamente di qualche mani– festazione che potrà sembrare ostile al nuovo Governo... L'Italia non dovrà ripetere gli errori che l'Austria ha commesso contro il nostro sentimento nazionale" (Diario e let- tere, p. 324). Precisamente il contrario di quanto fu fatto. _ La soluzione di quel problema (quale che fosse stato il confine politico fra italiani e slavi), non avrebbe dovuto essere dettata né da italiani né da slavi provenienti dai territori a popolazione mista: uomini accecati da quasi un secolo di odi provinciali (che pretendevano essere sentimenti nazionali) degli italiani contro gli slavi e degli slavi contro gli italiani. Occorreva che un'autorità estranea agli odi locali e superiore ad essi, intervenisse ad imporre una politica di buon senso ed a lunga scadenza ai nazionalisti delle due parti. Ma "autorità" è parola astratta. Essa non può significare che uomini investiti di autorità, buoni conoscitori delle condizioni locali, ed estranei agli odi municipali di italiani e slavi. Uomini èome quelli non si trovavano ad ogni angolo di strada. Molto piu agevole era rimettersi non solo ai "competenti" locali, ma agli estremisti fra essi. Ne nacque quel che non poteva non nascere. 718 Biblot~ca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=